I mondiali di Ciclismo di Imola si sono conclusi per l'Italia con un risultato modesto, un decimo posto ottenuto da Damiano Caruso nella corsa più prestigiosa, quella in linea riservata ai professionisti. La nazionale guidata dal CT Davide Cassani è rimasta in attesa fino all'ultimo giro, quando Damiano Caruso e Vincenzo Nibali sono entrati in azione cercando di favorire una fuga sulla prima delle due salite da affrontare, quella di Mazzolano. I tentativi degli azzurri sono stati subito annullati e sulla salita finale sia Nibali che Caruso non hanno potuto tenere il ritmo dei corridori più forti, rimanendo così definitivamente fuori dalla corsa per le medaglie.

Nibali: 'L'ultima salita non era per me'

Il mondiale di Vincenzo Nibali ha lasciato delle sensazioni agrodolci. Il fuoriclasse azzurro è uscito dalle fasi calde della corsa nell'ultimo giro, quando i grandi favoriti hanno fatto fuoco e fiamme sul passaggio decisivo dalla salita di Gallisterna, confermando l'impressione di un percorso molto più favorevole a corridori esplosivi e scattanti rispetto ad un fondista come lui. Nibali ha però ricavato anche qualche dato positivo da questa prestazione, dimostrandosi in buona crescita rispetto alle ultime uscite e soprattutto all'opaca prestazione della Tirreno-Adriatico.

Al termine della corsa il faro della nazionale italiana ha raccontato di aver capito già nella ricognizione del percorso di dover anticipare i tempi senza attendere la salita finale.

Nibali è infatti entrato in azione nell'ultimo giro, ma sull'ascesa di Mazzolano, la prima del circuito imolese. "Sapevo che l'ultima salita era meno adatta a me, per questo mi sono mosso su quella prima con Landa, Uran e van Aert", ha spiegato il due volte vincitore del Giro d'Italia, che si è però lamentato della scarsa collaborazione avuta dal corridore belga, un fattore che secondo lui ha determinato l'esito negativo del tentativo, che è stato subito annullato.

"Il belga non ha collaborato, altrimenti magari le cose avrebbero potuto svilupparsi in modo diverso", ha dichiarato Nibali.

'Non c'era spazio per azioni da lontano'

Fallito il tentativo sulla salita di Mazzolano, Nibali e compagni sono rimasti staccati, come previsto, sull'ascesa di Gallisterna, dove i corridori più forti ed esplosivi hanno fatto una netta differenza.

Il piazzamento degli azzurri alla fine è stato modesto, un decimo posto per Caruso e un quindicesimo per Nibali, e come sempre accade quando la nazionale non ottiene un buon risultato sono piovute molte critiche sul CT e i corridori per la strategia di corsa adottata. L'Italia è infatti rimasta sulla difensiva fino all'inizio dell’ultimo giro, senza utilizzare mai atleti come Visconti, Ulissi e Brambilla, senza cercare di scompaginare in qualche modo i piani ai grandi favoriti per provare a sovvertire i pronostici della vigilia.

Nibali ha difeso la corsa preparata dal CT Cassani e attuata dai corridori, che prevedeva proprio di rimanere a guardare fino all'ultimo giro e cercare poi un colpo a sorpresa sulla salita di Mazzolano.

"Tutti noi abbiamo dato il massimo", ha replicato Nibali alle critiche. "Inventarsi qualcosa? Il ritmo era molto alto, non c'era spazio per azioni da lontano, avete visto anche quella di Pogacar com'è finita", ha commentato il capitano azzurro.