Dopo 23 anni il titolo mondiale di Ciclismo torna in Francia. A interrompere il tabù che durava dalla vittoria ottenuta da Brochard nel lontano 1997 è stato Julian Alaphilippe, che sul circuito di Imola ha fatto la differenza nell'ultima scalata alla salita di Gallisterna. Il capitano dei francesi è riuscito ad andarsene da solo conservando una decina di secondi di vantaggio sul gruppetto inseguitore battuto nella volata per le altre posizioni sul podio da Wout van Aert. L'Italia è uscita di scena nella fase più calda della corsa e si è dovuta accontentare di un modesto decimo posto raccolto da Damiano Caruso.

Mondiali, i francesi accendono la corsa

L'ultima gara dei mondiali di ciclismo di Imola, l'attesa sfida dei professionisti, è andata in scena in una giornata decisamente migliore del previsto dal punto di vista meteorologico, senza la temuta pioggia e con poco vento. Grazie al clima e ad una condotta di gara molto attendista, la corsa è andata via tranquilla e con poca selezione, favorendo una sfida diretta tra i grossi calibri nell'ultimo giro.

Subito dopo la partenza è iniziata una fuga di comprimari, da cui si sono poi avvantaggiati il tedesco Koch e il norvegese Traeen.

In gruppo è stata la Svizzera di Marc Hirschi a prendere il comando delle operazioni, coadiuvata anche dai danesi di Jakob Fuglsang. La corsa è rimasta su ritmi piuttosto lenti fino al terzultimo giro, quando la Francia ha dato una decisa accelerata in cima alla salita di Gallisterna, annullando definitivamente la fuga e iniziando a ridurre la consistenza del gruppo.

Lo show di Pogacar

Dopo la sfuriata dei francesi è stato il Belgio di Wout van Aert a farsi sempre più presente nelle prime posizioni del gruppo. Il penultimo giro è stato segnato dallo show personale di Tadej Pogacar. Il vincitore del Tour de France è stato costretto ad una sosta per un cambio di bici, è tornato in testa al gruppo e sulla salita di Gallisterna ha piazzato un attacco deciso guadagnando una ventina di secondi.

I belgi hanno dovuto consumare un paio di uomini per tenere sotto controllo la fuga del campione sloveno, che sull'ultimo passaggio dalla salita di Mazzolano si è visto raggiungere da Tom Dumoulin. Il gruppo si è ricompattato con una trentina di corridori e finalmente gli azzurri hanno provato a muoversi con un paio di scatti di Caruso e Nibali, seguito subito da van Aert. Il tentativo di fuga è stato presto sventato, con Belgio e Francia che hanno cercato di rimettere in ordine la situazione spendendo in queste fasi Benoot e Martin.

L'affondo di Alaphilippe

Il Belgio si è così schierato totalmente a favore di van Aert, con anche Greg Van Avermaet a dettare il ritmo sull'ultimo passaggio dalla salita di Gallisterna. L'azione del campione olimpico ha creato un'ulteriore selezione in gruppo, ma sono stati i rilanci di Marc Hirschi e soprattutto di Michal Kwiatkowski a lanciare definitivamente i più forti. Nibali ha dovuto arrendersi in queste fasi, non avendo il cambio di ritmo necessario per sopportare queste sollecitazioni, dopo che anche Bettiol e Caruso erano rimasti indietro.

Ormai in vista dello scollinamento, con il gruppetto dei migliori già ben selezionato, Julian Alaphilippe è riuscito a dare la stoccata risolutiva, una fiammata che ha costretto anche van Aert a cedere.

Il francese ha guadagnato subito una decina di secondi, rilanciando con grande grinta nel successivo falsopiano e disegnando con abilità e coraggio la discesa finale verso l'autodromo. La rincorsa al francese del gruppetto composto da van Aert, Fuglsang, Hirschi, Kwiatkowski e Roglic non ha trovato l'intensità giusta. Alaphilippe è così andato a trionfare e a riportare il titolo in Francia dopo ben 23 anni, una vittoria che rende merito anche alla corsa aggressiva dei francesi.

Van Aert ha vinto facilmente la volata per la medaglia d'argento su Hirschi, Kwiatkowski, Fuglsang e Roglic, mentre Matthews ha battuto un altro gruppo inseguitore per la settima piazza.

Primo azzurro è stato Damiano Caruso, decimo, un risultato modesto arrivato alla fine di una corsa gestita forse in modo un po' troppo attendista.