Niente volata e niente sfida per il successo tra i big sul traguardo di Canale, sede d’arrivo della terza tappa del Giro d’Italia. La corsa si è conclusa con una grande sorpresa, la vittoria di Taco Van der Hoorn, corridore olandese della Intermachè, squadra cenerentola del World Tour che in questi primi tre mesi di stagione non era ancora riuscita a vincere neanche una corsa. Van der Hoorn ha portato a termine una lunga fuga, prima con altri sette corridori e poi tutto solo, arrivando sul traguardo con una manciata di secondi sul gruppo battuto allo sprint da Davide Cimolai.

Giro: otto in fuga, la Bora insegue

La terza tappa del Giro d’Italia, ancora tutta in Piemonte con i 190 km da Biella a Canale, ha proposto le prime salite della corsa rosa. Niente montagne, ma il percorso costellato di su e giù tra le colline tratteggiate dai vigneti, ha chiamato in causa corridori diversi dai velocisti puri, a partire da Peter Sagan, designato come il principale favorito della tappa.

La corsa è partita trovando subito otto coraggiosi attaccanti che sono andati subito in fuga: Alexis Gougeard (AG2R), Simon Pellaud e Andrii Ponomar (Androni), Vincenzo Albanese e Samuele Rivi (Eolo), Samuele Zoccarato (Bardiani), Taco Van der Hoorn (Intermarchè) e Lars Van der Berg (Groupama).

La fuga ha raggiunto un vantaggio di circa sei minuti, finchè la Bora hansgrohe di Peter Sagan ha preso sempre più decisamente la guida del gruppo. La squadre del tre volte iridato ha ridotto via via il distacco dai fuggitivi per poi accelerare ulteriormente il ritmo nella parte più impegnativa del percorso, quella caratterizzata dalle salite di Piancanelli, Castio e Manera.

Dell’azione dei Bora hanno fatto le spese diversi velocisti, tra cui il vincitore di ieri Tim Merlier, Dylan Groenewegen, Caleb Ewan e anche Giacomo Nizzolo, di solito molto forte su questi percorsi misti.

Gruppo beffato, vince Van der Hoorn

Sia la fuga che il gruppo si sono sempre più selezionati sul su e giù delle colline piemontesi.

L’azione dei battistrada è sembrata avere il destino segnato, ma la Bora si è consumata nell’inseguimento senza trovare grande collaborazione dalle altre squadre e alla fine Sagan è rimasto senza compagni per completare il lavoro. Sull’ultima salitella di Guarene sono usciti dal gruppo Giulio Ciccone e Tony Gallopin, mentre al comando sono rimasti i soli Taco Van der Hoorn e Simon Pellaud. Il corridore olandese della Intermarchè ha poi dato una potente accelerata nel successivo falsopiano staccando Pellaud a circa 8 km dall’arrivo. Van der Hoorn ha aumentato il suo vantaggio a circa un minuto, contando su un gruppo che dopo il lungo inseguimento orchestrato da Sagan e compagni è rimasto per qualche chilometro senza imporre un ritmo particolarmente incisivo.

La UAE, contando sulla presenza in gruppo di Gaviria, ha dato un’accelerata tardiva con cui è riuscita a recuperare Ciccone, Gallopin e Pellaud, ma non Van der Horn, che è giunto al traguardo incredulo per questo successo davvero non pronosticabile.

Il corridore olandese ha mantenuto appena 4’’ di vantaggio sul gruppo, battuto allo sprint da Davide Cimolai, con Peter Sagan e Elia Viviani a seguire.

La classifica non è cambiata: Filippo Ganna ha conservato la sua maglia rosa che domani sarà messa a dura prova nel primo arrivo in salita di questo Giro d’Italia, quello di Sestola.