Alla fine ha vinto Deontay Wilder, legalmente parlando, dopo aver perso sul ring il 22 febbraio dell'anno scorso, lasciando la cintura di campione del mondo dei pesi massimi versione Wbc nelle mani di Tyson Fury. Ciò che è accaduto immediatamente dopo - il match si svolse praticamente pochi giorni prima l'esplosione della pandemia - ha impedito che i due pugili si affrontassero per la terza volta, successivamente al primo combattimento disputato a Los Angeles l'1 dicembre del 2018 e il citato rematch del 2020, alla luce della clausola di rivincita che Wilder aveva annunciato di voler esercitare immediatamente dopo la sconfitta.

Sono seguiti lunghi mesi di vuoto, nessuno dei due è più salito sul ring da allora, ma sembrava proprio che il terzo match fosse destinato a saltare, dopo l'intenzione a lungo sbandierata da Tyson Fury di considerare archiviata la "pratica Wilder" e la volontà di concentrarsi sul match per il titolo mondiale indiscusso contro Anthony Joshua che, nel frattempo, ha difeso vittoriosamente i suoi quattro titoli contro Kubrat Pulev. Lo scorso 17 maggio il ricorso presentato dal "Bronze Bomber" ha avuto esito positivo costringendo di fatto Fury a rivedere i suoi piani. La trilogia, pertanto, ci sarà: dovrebbe disputarsi il 24 luglio alla T-Mobile Arena di Las Vegas e, secondo quanto annunciato da alcune testate specializzate, martedì 15 giugno si svolgerà la conferenza stampa di presentazione.

La resa dei conti

I termini per un'immediata rivincita in caso di vittoria di Tyson Fury erano stati messi per iscritto nel contratto che i due pugili avevano firmato nella primavera del 2019. Considerati i tanti mesi trascorsi e l'impossibilità di fissare una data alla luce di quanto stava accadendo nel mondo, il britannico campione del mondo aveva detto a chiare lettere di considerare chiusa la questione.

Tutto questo fino al pronunciamento del giudice Daniel Weinstein che ha dato ragione, invece, a Deontay Wilder. Si arriva dunque alla resa dei conti, definitiva in caso di vittoria di Fury mentre un eventuale successo dello sfidante stravolgerebbe decisamente i piani che la Top Rank ha già predisposto da tempo per il "Gypsy King".

Il primo combattimento del 2018, concluso con un pari, fu caratterizzato da una netta supremazia tecnica di Fury che, però, toccò il tappeto due volte (e nella seconda sembrò quasi disumano nel suo tentativo riuscito di rialzarsi dopo essere stato colpito in maniera molto dura). Il match del 22 febbraio 2020 venne invece dominato in lungo e in largo da Tyson Fury che mise diverse volte "knock down" l'allora campione del mondo prima che l'arbitro fermasse il combattimento nel settimo round, decretando la vittoria per tko del britannico.