La quinta tappa del Tour de France, la cronometro vinta ieri da Tadej Pogacar, è stata un momento decisamente particolare per Mathieu Van der Poel. Il fuoriclasse olandese, in maglia gialla dalla frazione di domenica sul Mur de Bretagne, non si era mai impegnato a fondo in una cronometro di questo livello. Pur con un potenziale inespresso di straordinario livello, l’inesperienza in questa specialità sembrava indicare la fine dell’avventura in giallo per Van der Poel. Il vincitore della Strade Bianche ha però sfoderato una prova maiuscola, piazzandosi al quinto posto a 31’’ dal vincitore, al pari dei più grandi specialisti delle cronometro.
#TDF2021
What an effort! 💥 pic.twitter.com/37Ao0QsZry
— Alpecin-Fenix Cycling Team (@AlpecinFenix) June 30, 2021
Via le ruote Shimano per le Carbonworks
Questa prestazione ha consentito a Van der Poel di mantenere i simboli del primato, con cui è ripartito stamane per la sesta tappa, una frazione per velocisti che dovrebbe superare senza intoppi. Dietro alla straordinaria cronometro di ieri c’è stato certamente il talento unico del campione olandese, una condizione di forma brillantissima, ma anche il lavoro svolto dalla Alpecin Fenix nel backstage. Prima dell’avvio della stagione la squadra non aveva lavorato molto sulla preparazione delle cronometro, tanto che Van der Poel, pur essendo il leader indiscusso del team, non ha a casa una bici specifica per le prove contro il tempo con cui allenarsi.
Dopo la vittoria al Mur de Bretagne, in casa Alpecin si è capito che la cronometro della quinta tappa sarebbe stata un punto chiave per mantenere la maglia gialla per qualche giorno in più. In tutta fretta i fratelli Roodhooft, i manager della squadra, sono riusciti a raccogliere i materiali migliori disponibili sul mercato.
La Alpecin Fenix ha un contratto di sponsorizzazione con la Shimano, che fornisce al team anche le ruote. Christoph Roodhooft ha però ottenuto dall’azienda giapponese il permesso di far correre Van der Poel con un altro marchio di ruote nella cronometro di ieri del Tour de France.
Il manager olandese ha contattato Meindert Klem, un ex campione di canottaggio che aveva conosciuto durante un giro in bici e che ora lavora con la Carbonworks, azienda che fornisce le ruote alla Ineos.
“Lunedì mattina Christoph mi ha chiesto se era disponibile un set di ruote Princeton Blur 6560, perché Canyon voleva che Van der Poel fosse in maglia gialla dopo la cronometro. La soluzione più semplice mi è sembrata di prendere in prestito una coppia di ruote dalla Ineos, ma ovviamente loro non ne erano entusiasti visto che hanno investito molti soldi nello sviluppo delle ruote, che tra l’altro non sono ancora disponibili sul mercato olandese” ha raccontato Meindert Klem al giornale belga Het Nieuwsblad.
#TDF2021
💛💛💛 pic.twitter.com/pmhbX1W7Tl
— Alpecin-Fenix Cycling Team (@AlpecinFenix) June 30, 2021
Cambiati anche i copriscarpe e il casco
Klem non si è però dato per vinto ed ha trovato una soluzione al problema dei fratelli Roodhooft.
“Finalmente ho trovato un paio di ruote inutilizzate da Cameron Wurf, un corridore del Team Ineos che vive ad Andorra. Non so chi le ha pagate. L’importo è stato saldato con una carta di credito. Ma come potevo portarle da Andorra ai meccanici della Alpecin, 900 chilometri più a nord, in 24 ore?” si è chiesto Klem, che però è riuscito ad organizzare anche il viaggio grazie all’aiuto del proprietario di un hotel di Biert, un paese sui Pirenei non lontano da Andorra. Il martedì mattina, alle sei, un uomo incaricato dall’hotel ha ricevuto le ruote da Wurf e si è poi messo in macchina con destinazione Rennes. Dopo dieci ore la Alpecin ha avuto le tanto sospirate ruote e a mezzanotte tra martedì e mercoledì la bici è stata pronta.
Ma questo non è stato l’unico accorgimento tecnico che sono riusciti a mettere in campo i fratelli Roodhooft nei frenetici due giorni che hanno preceduto la cronometro. “Lunedì abbiamo iniziato a chiamare ovunque per avere la miglior attrezzatura” ha dichiarato Christoph Roodhooft a Het Nieuwsvlad. Van der Poel si è così presentato al via con dei materiali diversi rispetto a quelli normalmente in dotazione alla Alpecin Fenix. Il casco, ad esempio, era lo stesso della Jumbo Visma e i copriscarpe, molto vistosi per la grafica a righe, erano di Aerocoach e non del fornitore abituale Kalas. “Sono i migliori sul mercato” ha assicurato Roodhooft.