La Tirreno – Adriatico ha regalato subito un grande spettacolo nella giornata di apertura di ieri, 7 marzo. La Corsa dei due mari è partita con una cronometro individuale a Lido di Camaiore, che ha visto il campione del mondo della specialità, Filippo Ganna, avere la meglio su altri due fenomeni del ciclismo attuale, Remco Evenepoel e Tadej Pogačar. La prestazione di Ganna è stata super, ma oltre che per la bellezza stilistica e la straordinaria efficacia, la prova del campione piemontese ha catturato l’attenzione e la curiosità di tanti appassionati a causa di un particolare sull’ammiraglia al suo seguito.

Ciclismo, lo studio sulle ammiraglie al seguito

La Ineos ha infatti allestito l’ammiraglia destinata a seguire Ganna con una quantità enorme di biciclette di scorta. Sul tetto della macchina del team britannico sono state sistemate una decina di bici, un’abbondanza assolutamente inutile per assistere il corridore nel malaugurato caso di foratura o problema meccanico. Il motivo di questo allestimento così particolare è però ben diverso ed è di natura aerodinamica.

Uno studio condotto nel 2015 ha infatti mostrato come anche l’ammiraglia al seguito dei corridori possa influire sulla penetrazione aerodinamica. Un’auto più vicina e con una superficie frontale maggiore dà una sorta di spinta al corridore per tagliare meglio l’aria ed è per questo che alcune squadre hanno escogitato questo sistema per le corse a cronometro.

Caricando l’ammiraglia di biciclette aumentano di fatto le dimensioni del veicolo e l’aiuto aerodinamico offerto al corridore. Questa pratica è del tutto legale: le ammiraglie possono caricare tutto il materiale che ritengono necessario. L’unico limite da osservare è quello di rimanere ad almeno dieci metri di distanza dal corridore.

Blocken: 'Aumentare le distanze'

Nella tappa inaugurale della Tirreno Adriatico la Ineos e la Quick-Step hanno caricato una decina di biciclette sulle ammiraglie che seguivano Filippo Ganna e Remco Evenepoel. Non è stato così invece per Tadej Pogačar. La UAE ha preparato la sua ammiraglia con una sola bicicletta di scorta, quella necessaria in caso di foratura o incidente meccanico.

Come si può quantificare il vantaggio portato da questo castello di bici sull’ammiraglia? A rispondere ci ha pensato l’ingegner Bert Blocken, esperto di aerodinamica che ha condotto lo studio sull’impatto dei veicoli che seguono i corridori. Secondo l’ingegnere olandese questo sistema può portare dei vantaggi importanti in una disciplina come la cronometro in cui spesso le vittorie e le sconfitte sono decise da pochi secondi.

“La riduzione della resistenza per il ciclista varia dal 3,7%, all’1,4%, fino allo 0,2% per una distanza dell’ammiraglia rispettivamente di 3, 5 e 10 metri” ha spiegato l’esperto olandese. “Per una tipica cronometro di 50 chilometri, il potenziale guadagno di tempo sfruttando questo effetto è rispettivamente di 62,4 secondi nel primo caso, di 24,1 nel secondo e di 3,9 nel terzo. Poiché le crono dei professionisti vengono spesso vinte per pochi secondi o anche meno, queste differenze possono essere decisive per vincere la tappa” ha aggiunto l’ingegner Blocken, che ha chiesto all’Uci di rivedere le regole al riguardo e di controllare più attentamente la vicinanza delle ammiraglie ai corridori durante le cronometro, visto che in certe occasioni le macchine sembrano avvicinarsi troppo per favorire questo effetto aerodinamico.

“Raccomando all’Uci non solo di aumentare la distanza minima tra ciclista e auto, passando dagli attuali dieci metri ad almeno trenta, ma anche di applicarla rigorosamente per evitare che questo effetto influenzi il risultato della gara” ha commentato l’ingegner Blocken.