Festeggia la Israel-PremierTech nella sedicesima tappa del Tour de France, la prima delle tre in programma sui Pirenei. La corsa si è risolta con una folta fuga da lontano, in cui si è rivisto tra i protagonisti anche Damiano Caruso, oltre all'onnipresente Wout van Aert.
Con un attacco a sorpresa tra le due salite più impegnative della tappa, il Lers e il Mur de Peguere, è stato il canadese Hugo Houle a regalare un successo a sorpresa alla Israel. Nel gruppo degli uomini di classifica, Tadej Pogacar ha provato un paio di volte a saggiare le condizioni della maglia gialla Jonas Vingegaard, che ha sempre risposto brillantemente.
Tutto è stato così rimandato al 20 luglio nella sfida tra i due primattori della classifica. La competizione ha comunque decretato la netta sconfitta di Romain Bardet, il quale ha ceduto in salita e ha perso più di tre minuti e mezzo.
After a stunning 40km solo effort, 🇨🇦 @HugoHoule got his first ever Tour stage win!
📺 Here's the last KM
Avec une course en solitaire de plus de 40km, 🇨🇦 @HugoHoule est venu chercher sa première victoire sur le Tour !
📺 Revivez le dernier KM !#TDF2022 | @Continental_fr pic.twitter.com/sfs2G7XhfA
— Tour de France™ (@LeTour) July 19, 2022
Tour, subito una fuga con 29 corridori
Passato il terzo giorno di riposo, il Tour de France è ripartito con la sedicesima tappa, la Carcassonne - Foix, la più facile delle tre consecutive disegnate sui Pirenei.
La corsa ha trovato subito il suo svolgimento tattico più atteso, con una folta fuga di 29 corridori che ha preso il largo nei primi chilometri. Nel plotoncino si sono ritrovate tante presenze di spessore, su tutte quella della maglia verde Wout van Aert, ma anche di un uomo di classifica come Vlasov, distante dieci minuti dalla maglia gialla, oltre a Caruso, Woods, Gilbert, Wellens, Teuns e un compagno di squadra di Pogacar, l'americano McNulty.
La gara si è assestata in attesa delle due salite finali, il Lers e il Mur de Peguere, con il gruppo che ha concesso un vantaggio superiore agli otto minuti, spezzando di fatto la corsa in due tra il successo di tappa e la lotta per la classifica. Damiano Caruso (fin qui molto in ombra al Tour de France) ha provato a partire all'attacco all'inizio del Lers.
Il siciliano è stato poi raggiunto da un gruppetto comprendente il solito van Aert, oltre a Houle, Woods e Jorgenson, ma a decidere tutto è stato il tratto intermedio tra le due salite.
Qui è stato Hugo Houle, canadese della Israel, a scattare a sorpresa. La sua azione è stata un po' sottovalutata, probabilmente a causa del suo scarso palmares, ma il canadese ha dimostrato di poter tenere un ottimo passo sul Mur de Peguere, dando sostanza al sogno di vincere la tappa.
Caruso ha ceduto nettamente, mentre van Aert, dopo aver dato l'impressione di correre per se stesso, ha rallentato sulla salita per attendere il suo capitano in maglia gialla e scortarlo nel finale. All'inseguimento di Houle sono così rimasti il suo compagno Woods e Jorgenson, che è scivolato nella discesa finale perdendo terreno prezioso e dando l'opportunità a Madouas e Storer di rientrare.
Houle ha così trovato la strada spianata per conquistare la tappa in solitudine, con Madouas che ha raccolto il secondo posto davanti a Woods.
Pogacar all'attacco in salita e in discesa
Nel gruppo dei big la corsa si è accesa nel finale della scalata al Lers, dove Tadej Pogacar ha provato per due volte a sorprendere Jonas Vingegaard. Il danese è stato molto brillante e attento e, pur essendo rimasto con il solo Kuss al fianco, ha gestito senza problemi la situazione.
Pogacar ha provato a forzare l'andatura anche in discesa, poi ha chiesto a Majka un ultimo sforzo sul Mur de Peguere, ma dopo l'uscita di scena del polacco per un problema meccanico non ha più trovato le energie per scattare. Vingegaard ha così gestito il finale della salita, con Kuss che ha imposto un'accelerata a cui hanno risposto solo Pogacar e Quintana.
Dopo lo scollinamento Geraint Thomas è subito rientrato, e anche Gaudu è riuscito a rientrare, formando il gruppetto che, guidato da Van Aert, è andato fino al traguardo di Foix.
🤩 It doesn't work uphill? Maybe it will work downhill then!
🤩 Ça ne marche pas en montée ? Alors ça marchera peut-être en descente !#TDF2022 pic.twitter.com/kIdYGVD9qS
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Ha pagato dazio Adam Yates, arrivato a 1'20" con Pidcock, e soprattutto Mas (che ha perso quasi tre minuti) e Bardet, che ne ha ceduti tre e mezzo. Il francese è stato il grande sconfitto di questa prima tappa pirenaica e ha dovuto dire addio al suo quarto posto in classifica generale, precipitando al nono.
#TDF2022#EscarabajosXElMundo🇨🇴🚴♂️
🔝🔟 Etapa 16 y General @LeTour, El canadiense🇨🇦 @HugoHoule se queda con la victoria parcial, Jonás Vingegaard🇩🇰 @JumboVismaRoad es el líder general, el colombiano🇨🇴 @NairoQuinCo de @Arkea_Samsic ascendió a la cuarta posición de la general🔟🔝 pic.twitter.com/f0LROovnoT
— LA RUEDA COLOMBIA 🚴🇨🇴🚴 (@LaRuedaColombia) July 19, 2022
Le prime tre posizioni sono rimaste invariate, con Vingegaard davanti a Pogacar e Thomas, mentre Quintana è risalito al quarto posto e Vlasov è rientrato nella top-ten grazie alla fuga.