Alla vigilia del via dell'ultimo grande giro della stagione, la Vuelta Espana che scatta domani da Utrecht, il mondo del Ciclismo è stato scosso dal caso tramadolo di Nairo Quintana. Il corridore colombiano è risultato positivo a questo prodotto, un antidolorifico, in due controlli effettuati durante il Tour de France, che aveva concluso al sesto posto della classifica generale. Attualmente il tramadolo non è inserito nella lista dei prodotti dopanti, ma il suo uso è comunque vietato e la positività comporta l'annullamento dei risultati acquisiti nella corsa in cui è stato effettuato il controllo.

Quintana è stato così cancellato dall'ordine d'arrivo del Tour, ma non è nè sospeso nè squalificato. Nonostante questo, il colombiano della Arkea ha deciso di dare forfait alla Vuelta Espana.

Quintana: 'Non parteciperò alla Vuelta'

Nairo Quintana ha comunicato la sua scelta di non presentarsi al via della Vuelta con uno scarno comunicato. "Annuncio che non parteciperò alla Vuelta per far valere le mie ragioni davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport, tornerò al calendario delle gare a fine stagione" si legge nella nota diffusa dal colombiano. Quintana farà dunque ricorso al TAS contro la cancellazione dei risultati ottenuti al Tour de France, ma anche per togliersi una sorta di ammonizione.

In caso di nuove positività, il colombiano rischia infatti delle pesanti squalifiche. Se al primo caso l'unica sanzione è la cancellazione dei risultati, una seconda infrazione comporta invece una squalifica di cinque mesi e una terza di nove mesi.

Il caso di Quintana ha riportato alla ribalta la particolarità delle regole sull'uso del tramadolo nel ciclismo professionistico. Questo prodotto non è inserito nella lista antidoping della WADA, l'agenzia mondiale antidoping, ma è stato vietato dall'Uci, la Federciclismo internazionale.

Van Eenoo: 'Il ciclismo è più pulito di due decenni fa'

Peter Van Eenoo, esperto di doping e capo del laboratorio di Gand, ha parlato di questo farmaco in un'intervista a Sporza, in cui ha spiegato che le regole vigenti potrebbero presto essere riviste. "Il tramadolo è fondamentalmente un potente antidolorifico che viene speso usato a scopo terapeutico.

A volte viene abusato nello sport, ma non è nell'elenco proibito della WADA. Per essere chiari: non è doping, ma l'Uci lo vieta", ha dichiarato Van Eenoo, aggiungendo che il tramadolo potrebbe dare dei vantaggi prestazionali ai corridori.

"Reprime il dolore, ma degli studi recenti hanno dimostrato che è anche uno stimolante, che migliora le prestazioni. Al momento non è vietato, ma questo potrebbe cambiare da gennaio, perché l'elenco viene sempre rivisto a settembre", ha dichiarato Van Eenoo.

L'esperto belga ha ricordato anche che l'Uci vietò il tramadolo nel marzo del 2019 perché gli effetti collaterali, come capogiri e vertigini, sarebbero stati tra le cause di molte cadute avvenute in quegli anni.

"Quando il tramadolo era usato più diffusamente c'erano più incidenti, anche se non è mai stato dimostrato in maniera inequivocabile che fossero dovuti a questo prodotto. Da quando l'Uci ha cambiato i regolamenti il suo uso è calato enormemente. C'è sempre chi non segue le regole, ma questo non toglie nulla alla mia convinzione che il ciclismo sia più pulito di due decenni fa", ha dichiarato Van Eenoo.