Dalle pagine del Messaggero, il più vincente campione della storia del ciclismo, Eddy Merckx, ha parlato a tutto campo alla vigilia di una delle corse più attese dell'intera stagione, la Liegi Bastogne Liegi. La classica belga va in scena con il tema dominante della grande sfida tra Remco Evenepoel e Tadej Pogacar, i due ultimi campioni inseriti nella lunga lista di aspiranti eredi di Merckx. Tra tanti intrusi, meteore e qualche aggiunta un po' frettolosa, Evenepoel e soprattutto Pogacar hanno dimostrato sul campo di essere probabilmente i due unici campioni con concrete credenziali per ripercorrere la carriera del Cannibale.

Anche per questo la sfida della Liegi è stata caricata di attese straordinarie.

Eddy Merckx: 'Pogacar corre tutto l'anno'

Eddy Merckx ha più volte ammesso la grande ammirazione per Tadej Pogacar, ma per questa Liegi ha scelto Remco Evenepoel come favorito. Secondo l'ex campione, l'iridato potrà far valere l'avvicinamento mirato a questa corsa, senza mancare però di lanciargli qualche punzecchiatura come stimolo. "Dico Evenepoel, si sta preparando per questo. Ed è ora che vinca, se no non saprei quando lo farà" ha commentato Merckx mettendo il suo giovane connazionale alle strette nella sfida con lo sloveno. "Ha vinto il Mondiale con un grande gesto, ma deve dimostrare di essere superiore a Pogacar" ha dichiarato Merckx.

L'ex campione, che tra le tante vittorie vanta anche cinque edizioni della Liegi, ha tessuto le lodi di Pogacar, ritenendolo l'unico corridore che interpreta il Ciclismo alla vecchia maniera. Lo sloveno ha infatti corso quasi tutte le classiche, vincendo Fiandre, Amstel e Freccia, e punterà anche il Tour de France seguendo un tipo di programma simile a quello dell'epoca di Merckx.

"Pogacar mi piace molto, è completo e corre tutto l'anno, non come quelli che si vedono solo nelle corse a tappe" ha commentato il Cannibale, spiegando di non vedere in tanti altri corridori quella passione che traspare dal fuoriclasse sloveno.

"Il ciclismo è faticoso'

Eddy Merckx ha poi commentato la situazione del ciclismo italiano, non più così centrale nel movimento internazionale come era invece ai suoi tempi.

L'ex campione belga ha passato gran parte della carriera in team italiani, tra Molteni e Faema, mentre oggi il nostro ciclismo non ha neanche una squadra nel World Tour e pochi corridori di alto livello. Secondo Merckx questa crisi dipende dallo scarso interesse dei giovani per uno sport impegnativo e difficile come il ciclismo. "Il ciclismo è troppo duro per i ragazzi italiani, da voi piacciono il calcio o altro sport, il ciclismo è faticoso" ha sentenziato Merckx.