Dopo 35 anni, il Tour de France ha riabbracciato una delle sue vette più iconiche, il Puy de Dome. Il vulcano dell'Alvernia ha riaperto la sua storia nel grande ciclismo in questa attesissima nona tappa, che prometteva un nuovo scontro stellare tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar.
La vittoria di tappa è stata però decisa con una fuga da lontano a cui il gruppo ha concesso un quarto d'ora di vantaggio. Matteo Jorgenson ha poi staccato i compagni d'avventura e ha provato una lunga azione solitaria. L'americano ha sognato la grande impresa, ma nel finale si è spento e si è visto scavalcare da Michael Woods, che è andato a vincere.
La corsa degli uomini di classifica si è accesa ad un chilometro e mezzo dall'arrivo, quando Pogacar ha sferrato il suo attacco trovando una risposta un po' debole da parte di Vingegaard, che ha così perso otto preziosi secondi.
Le nouveau classement général du Tour de France après cette 9e étape qui s'achevait au Puy de Dôme ! Jonas Vingegaard n'a plus que 17 secondes d'avance sur Tadej Pogacar avant cette première journée de repos. #TDF2023 pic.twitter.com/7SDai5UcUP
— Le Gruppetto (@LeGruppetto) July 9, 2023
Ciclismo, il Puy de Dome consegnato ai fuggitivi
La nona tappa era una delle più attese di questo Tour de France, con il ritorno del Puy de Dome dopo ben 35 anni di assenza. La corsa ha trovato fin dalle prime pedalate un gruppetto di quattordici attaccanti che ha guadagnato un grande vantaggio.
Tra i fuggitivi si sono inseriti anche Nelson Powless, a caccia di punti per la maglia a pois, Matej Mohoric, Matteo Jorgenson e Michael Woods. Non essendoci uomini di alta classifica, il gruppo ha lasciato fare e la fuga ha raggiunto un vantaggio di un quarto d'ora, dividendo così la corsa in due.
Quella per la vittoria di tappa si è accesa già a una cinquantina di km dal traguardo, quando sono cominciati i primi scatti.
Il gruppetto si è frazionato e poi Matteo Jorgenson ha tentato di andarsene tutto solo. L'americano della Movistar ha insistito anche quando un quartetto comprendente Mohoric si è portato a pochi secondi da lui, preferendo continuare l'azione solitaria. Jorgenson ha iniziato la salita finale di 13 km al Puy de Dome, di cui gli ultimi quattro sempre sopra al 10%, con un minuto sui più immediati inseguitori e quasi due su un altro gruppetto comprendente Michael Woods, il più scalatore tra i fuggitivi.
Jorgenson ha ben gestito la prima parte della salita, ma nel tratto più duro ha cominciato a spegnersi, mentre da dietro Woods ha iniziato la sua rimonta solitaria. Ai 500 metri dall'arrivo si è compiuto il sorpasso finale, con Woods che ha lasciato sul posto Jorgenson ed è andato a firmare questa vetta mitica. Anche Latour e Mohoric hanno scavalcato l'esausto Jorgenson, che non ha avuto neanche la soddisfazione parile del podio di tappa.
It was a North American duel that took place on the slopes of the Puy-de-Dôme.
⏪The last 500 metres of this crazy stage ⤵️
Au bout de l'effort, c'est un duel nord-américain qui a eu lieu sur les pentes du Puy-de-Dôme.
⏪Les 500 derniers mètres de cette étape folle ⤵️#TDF2023 pic.twitter.com/SIrnqq8rzc
— Tour de France™ (@LeTour) July 9, 2023
Pogacar, affondo decisivo a un chilometro e mezzo dalla vetta
L'altra corsa, quella per la classifica generale, è andata via tranquilla fino ai piedi del Puy de Dome, dove la Jumbo Visma ha iniziato ad accelerare.
Kuss ha poi guidato nel tratto più duro, riducendo il gruppetto ai soli Vingegaard, Pogacar, Simon Yates, Pidcock e Rodriguez, con Adam Yates e Hindley un po' più in difficoltà. Una volta finito il lavoro di Kuss, Vingegaard non ha però continuato l'azione offensiva ed ha preferito tergiversare, una chiara mossa di insicurezza. Pogacar ha allora colto l'occasione e piazzato il suo scatto a un chilometro e mezzo dall'arrivo. La maglia gialla ha pagato questo cambio di ritmo, poi è riuscito a prendere un buon passo e limitare i danni. In un finale durissimo, i valori si sono equivalsi, con Pogacar che è riuscito a tagliare il traguardo con otto preziosi secondi di vantaggio sul rivale in giallo.
Simon Yates è arrivato a 51'', mettendo a segno un buon colpo nella corsa al podio, seguito da un convincente Pidcock e da Rodriguez, a 1'. Adam Yates ha chiuso a 1'07'', mentre ha pagato un po' di più Hindley, a 1'14''. Gaudu ha invece confermato le difficoltà dei Pirenei, e ha perso 2'06'', uscendo forse definitivamente dalla corsa al podio, così come Bardet che è arrivato a 2'23''.
💪 @TamauPogi attacks! Jonas Vingegaard can't stay in his wheel!
💪 @TamauPogi attaque ! Jonas Vingegaard ne parvient pas à rester dans la roue !#TDF2023 pic.twitter.com/0IPuLTRxsc
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Vingegaard: 'Le tappe più adatte a me devono arrivare'
La nuova classifica generale vede Vingegaard sempre in maglia gialla, ma braccato sempre più da vicino da Pogacar, ora distante solo 17''.
Nella corsa al podio Hindley continua a mantenere un solido vantaggio costruito sui Pirenei. L'australiano è a 2'40'', seguito a 4'22'' da Carlos Rodriguez.
Al termine della tappa, Pogacar si è detto soddisfatto della sua prova. "È positivo, sono contento di aver recuperato secondi su Vingegaard e di mettergli pressione. Si vuole sempre vincere, ma abbiamo anche imparato molto dall'anno scorso. L'obiettivo è la classifica generale" ha dichiarato il fuoriclasse sloveno.
Anche Vingegaard ha chiuso la corsa con un buon bilancio nonostante i secondi persi, e si è detto convinto di avere delle buone chance nelle tappe alpine. "Pogacar era incredibilmente forte oggi. Sono contento di aver tenuto la maglia gialla. Siamo entrambi a un livello molto alto, penso che tappe più adatte a me siano quelle che devono arrivare" ha commentato il campione danese.