Nelle scorse ore Elia Viviani è intervenuto a BlaBlaBike, il podcast di Tuttobiciweb, per parlare dei piani futuri e dell'obiettivo delle 100 vittorie in carriera. La parte più interessante delle sue dichiarazioni è stata riservata però a una riflessione sull'evoluzione vissuta nel ciclismo pro negli ultimi anni. Il veronese ha osservato come ormai "ai giovani che arrivano al Ciclismo pro è inutile dire di crescere con calma".

Dopo quasi un anno di digiuno il campione della Ineos è tornato recentemente al successo alla CRO Race, la corsa a tappe croata.

Il corridore veronese ha ripreso un filo che si era interrotto nella stessa gara nel settembre del 2022, a cui aveva fatto seguito un lungo periodo di appannamento. In estate, Viviani ha ricominciato a dare dei segnali positivi, conquistando il podio nella classica di Amburgo e la convocazione in nazionale per gli Europei, fino a tornare alla vittoria in Croazia.

Elia Viviani: 'Nel ciclismo di oggi è tutto accelerato'

Elia Viviani è professionista dal 2010, quando passò con la Liquigas Doimo come uno dei talenti emergenti più interessanti del ciclismo italiano. Quella Liquigas si rivelò una vera fucina di futuri campioni. Nell'organico figuravano dei corridori che si sarebbero rivelati dei veri fuoriclasse, come Peter Sagan e Vincenzo Nibali, oltre ad altri ragazzi protagonisti di una brillante carriera come Kreuiziger, Cimolai e Oss.

Viviani cominciò subito a vincere delle corse minori in quell'ormai lontano 2010, per poi crescere gradualmente fino a diventare uno dei velocisti più forti del mondo. Secondo il corridore veronese, il ciclismo è cambiato così tanto in questo lasso di tempo, che oggi non è più possibile gestire i giovani con quella mentalità.

"Oggi è tutto accelerato. I consigli che ho avuto io nei primi anni da professionista non si possono riportare ai giovani di adesso. E' inutile dire ad un giovane passa professionista e cresci con calma, trova il tuo ambiente, perchè non è così" ha analizzato Viviani, spiegando che oggi i ragazzi talentuosi arrivano al professionismo e sono già pronti a prendere il loro posto in testa al gruppo.

"Ci sono ragazzi juniores che passano direttamente pro, Tarling ha vinto l'Europeo e ha fatto terzo ad un Mondiale crono, Pogacar a 24 anni ha vinto due Tour ed è arrivato altre due volte secondo. Stiamo vivendo un momento del ciclismo in cui ci sono dei dominatori, dei fenomeni che hanno qualcosa in più. Ai giovani dico di non spaventarsi, di trovare la propria strada, conoscersi meglio e ascoltare le persone giuste perchè in alto ci si può arrivare" ha commentato Elia Viviani, spiegando che non tutti possono avere quell'esplosione immediata che sta contrassegnando molti campioni di questa epoca. "Sembra che se a 21 anni non sei un campione non hai niente da dire nel ciclismo, invece non è così", ha dichiarato il corridore della Ineos.

Olimpiadi e 100 vittorie in carriera

Elia Viviani ha parlato anche del programma che seguirà nella prossima stagione. Sarà un anno particolarmente importante, con le Olimpiadi di Parigi al centro del progetto. Viviani andrà a caccia di una nuova medaglia nell'omnium, la disciplina che l'ha incoronato olimpionico a Rio 2016 e in cui ha conquistato il bronzo a Tokyo 2021. Il corridore veronese parteciperà a tutte e tre le tappe di Coppa del Mondo su pista previste nella prima parte di stagione per arrivare più pronto all'appuntamento olimpico, ma ha la voglia di tornare anche a competere in un grande giro del ciclismo su strada.

Viviani è rimasto escluso dalle convocazioni per i grandi giri nelle ultime due stagioni e spera di tornare al Giro d'Italia nel 2024.

L'altro grande obiettivo di cui ha parlato Viviani è il traguardo delle 100 vittorie in carriera. Il velocista della Ineos ha raggiunto al meno quota 88.

"Sarebbe bello, è un traguardo lontano, ma per un velocista è vicino. Sappiamo che quando una stagione parte bene un velocista può fare dalle cinque alle dieci vittorie. L'obiettivo è fare ancora qualche vittoria quest'anno e una stagione come si deve nel prossimo", ha spiegato Elia Viviani.