Quella che inizierà tra un paio di mesi sarà l'ultima stagione della lunga carriera di Rigoberto Uran nel ciclismo professionistico. Il corridore colombiano concluderà la sua carriera partecipando in agosto alle Olimpiadi di Parigi dopo ben diciannove stagioni. Iniziando appena ventenne e chiudendo ormai alla soglia dei 37 anni, Uran ha attraversato le generazioni e vissuto grandi cambiamenti nel Ciclismo. Il colombiano ha raccontato al podcast La Movida che il modo di allenarsi è stato stravolto e che oggi alcuni corridori mettono in pratica anche delle strategie un po' strane ed ossessive.
"Ci sono corridori che si allenano in discesa tirando i freni e pedalando contemporaneamente" ha dichiarato Uran.
Ciclismo, 'in gruppo non c'è più un'atmosfera di amicizia'
In questa pausa invernale del ciclismo professionistico, Rigoberto Uran è tornato nella sua Colombia, dove è una vera star. L'esperto corridore della EF anche quest'anno ha organizzato sulle strade di casa la sua granfondo Giro de Rigo, preceduta da spettacoli e serate all'insegna del divertimento, scandite da ritmi tipicamente sudamericani. Pur essendo un grande professionista, Uran ha sempre avuto una visione del ciclismo molto spensierata e gioiosa, molto diversa dalla piega sempre più ossessiva che ha preso l'ambiente negli ultimi anni.
Parlando al podcast La Movida, il campione colombiano ha raccontato che le giovani generazioni vivono il ciclismo in un modo così esasperante che potrebbero bruciare le proprie carriere molto velocemente.
"I giovani ormai accumulano 35.000 o 40.000 chilometri all'anno con carichi incredibili, sacrificandosi per l'alimentazione.
Io non l'ho mai fatto ed è per questo che ora sono ancora fresco e continuo con entusiasmo", ha commentato Uran. "I giovani corridori non avranno una lunga carriera, è impossibile fisicamente e mentalmente. Raggiungere i 37 anni come me dopo 19 anni da professionista con lo stress attuale è impossibile. Adesso in corsa tutti spingono sempre al massimo, non si rallenta mai, non esiste più quell'atmosfera di amicizia nel gruppo" ha testimoniato Rigoberto Uran.
Uran: 'Sarà difficile vedere corridori di oltre 32 anni'
Il campione colombiano ha spiegato che il modo di allenarsi è molto cambiato negli ultimi anni, diventando più logorante, sia fisicamente che mentalmente. "Si fanno allenamenti molto impegnativi, con anche più watt che in una gara. Faccio giornate con quasi 5.000 metri di dislivello, mentre una decina di anni fa non era così. Ora i watt medi sono molto importanti. Ci sono corridori che si allenano in discesa tirando i freni e pedalando contemporaneamente per non perdere i watt medi, frenano e continuano a pedalare per non perdere quei watt" ha raccontato Uran, che rispetta chi si allena in questo modo ma non ha nessuna intenzione di seguire queste strategie.
"Se mi chiedessero di farlo penso che sarebbe ora per me di lasciare il ciclismo" ha dichiarato il colombiano, sostenendo che i ritmi di questa vita da ciclista moderno porteranno i giovani ad avere delle carriere brevi. "Adesso vanno tutti i giorni in palestra, alimentazione, riposo... ci sono mille cose, tanti sacrifici, ma che funzionano. Non credo che un corridore possa sopportare per quindici anni quello stress" sostiene Rigoberto Uran.
Secondo l'esperto colombiano questo modo così ossessivo e intransigente di vivere il ciclismo ha portato i giovani corridori a non avere più contatti umani. "La gente ormai guarda solo i watt e nessuno parla con i compagni di squadra. Adesso tutti spingono dal primo chilometro.
Nessuno parla, c'è molto stress. Tutto si è evoluto e le medie sono sempre più alte. Non si può resistere così per molti anni. Ci saranno dei casi ma andare oltre i 32 anni da ciclista professionista sarà molto difficile" ha dichiarato Uran.