L’immagine della caduta e della successiva ripartenza di Stefan Kung durante la cronometro dei Campionati Europei, nello scorso settembre, suscitò una profonda impressione nel mondo del ciclismo. Il corridore svizzero si ferì profondamente cadendo a pochi chilometri dall’arrivo e poi riprese la corsa sanguinante. Il presidente del CPA Adam Hansen si è ora espresso in maniera molto critica sul caso Kung. Hansen ha accollato la colpa di quanto accaduto allo svizzero: “È tornato subito in bici dopo la caduta”.

Hansen: 'Esiste un protocollo'

A distanza di due mesi e mezzo si è tornati a parlare del caso Kung.

Adam Hansen, Il presidente del CPA (l'Associazione dei ciclisti professionisti), ha rilasciato un commento che ha fatto molto discutere. Secondo Hansen, le responsabilità di quanto accaduto, dei rischi corsi da Kung per quel finale di corsa in condizioni folli, sono tutte del corridore stesso.

"È stata colpa sua. Esiste un protocollo per la commozione cerebrale, ma Küng è risalito subito in bicicletta dopo la caduta", ha dichiarato il presidente del CPA, ritenendo che, nonostante l'incidente, il corridore avrebbe dovuto avere la lucidità di fermarsi e attendere di essere controllato da un medico. "Se ne è andato prima che le persone che erano nell'auto dietro di lui potesse raggiungerlo. Questo non è stato corretto.

Ogni squadra sa come funziona il protocollo, ma diventa problematico se i corridori non lo seguono e decidono da soli in merito", ha commentato Adam Hansen.

Ricostruzione sull'incidente a Kung agli Europei

L’episodio incriminato è avvenuto il 20 settembre, durante la prova a cronometro dei Campionati Europei, ad Emmen. Stefan Kung era uno dei principali favoriti della corsa, già vinta per due volte in passato dal campione svizzero.

Il corridore della Groupama FDJ stava lottando per un posto sul podio, quando ormai a pochi chilometri dall'arrivo fu vittima di una strana caduta, avvenuta in un tratto rettilineo e senza nessuna difficoltà.

Impegnato a spingere a fondo, concentrato e a testa bassa, Kung si spostò improvvisamente verso le transenne a bordo strada, forse infastidito anche da un colpo di vento.

Lo svizzero finì per urtare contro le barriere e finire a terra pesantemente, picchiando il volto sull'asfalto. Nonostante l'impatto e le evidenti ferite, Kung si rialzò velocemente per riprendere la sua bicicletta e concludere la prova. Il campione elvetico pedalò l'ultima parte della corsa con una maschera di sangue sul volto e il casco semidistrutto, un'immagine che suscitò preoccupazione e impressione nel mondo del Ciclismo, sollevando molte domande sul perchè al corridore fosse stato permesso di proseguire in quelle condizioni.