Quello che è avvenuto nella diciottesima tappa della Vuelta Espana in casa Soudal Quickstep ha fatto molto rumore nel mondo del ciclismo. Il capitano della squadra Mikel Landa ha vissuto una giornata molto negativa ed è rimasto staccato dagli altri uomini di alta classifica. La Soudal aveva inserito tre uomini nella fuga che era partita ad inizio corsa: Mauri Vansevenant, Casper Pedersen e Mattia Cattaneo. Stranamente, i DS della squadra belga hanno tardato a bloccare i tre corridori per attendere e aiutare Landa e cercare di farlo rientrare in gruppo.
Pedersen e Vansevenant, ormai staccati dalla testa della corsa, sono tardivamente arrivati in soccorso del basco, mentre Cattaneo, che era ancora in lotta per vincere la tappa, ha avuto lo stop dall'ammiraglia ormai a poco più di dieci chilometri dall'arrivo, quando il suo aiuto era ormai ininfluente. Dalle pagine del giornale belga Het Nieuwsblad, in cui tiene una rubrica settimanale, il Team manager della Soudal Quickstep Patrick Lefevere ha spiegato come sono andate le cose e ne ha approfittato per lanciare una pesante critica all'Uci. "Il problema è nel Ciclismo, non nei nostri DS", ha tuonato Lefevere.
'Cattaneo è rimasto fermo per otto minuti'
Il gran capo della Soudal Quickstep ha ammesso che la strategia adottata dalla squadra nella diciottesima tappa della Vuelta si è risolta in un disastro, togliendo a Mattia Cattaneo la possibilità di vincere la tappa senza che questo si tramutasse in un aiuto sostanziale per Landa.
Lefevere ha ricostruito la vicenda, spiegando che il problema è sorto a causa delle difficoltà di comunicazione tra le due ammiraglie e i corridori.
"La corsa è passata attraverso il Parco Naturale Izki, dove non c'è rete. Il direttore sportivo Wilfried Peeters non conosceva la situazione davanti al gruppo di testa e non ha potuto nemmeno chiamare Iljo Keisse e Geert Van Bondt sull'altra ammiraglia.
Inoltre, la fuga e il gruppo erano troppo distanti, il che ha fatto sì che le radio non funzionassero. Il risultato è stato uno spettacolo di m...a", ha commentato con i suoi consueti toni coloriti Patrick Lefevere.
Il manager fiammingo ha riconosciuto che fermare Cattaneo a poco più 10 chilometri dall'arrivo era ormai del tutto inutile.
"Mattia Cattaneo aveva la possibilità di vincere la tappa, ma gli è stato detto di aspettare. È rimasto letteralmente fermo per otto minuti e avrebbe potuto fumare due sigarette, per così dire. Quando è arrivato Landa, ormai non si poteva più rimediare nulla", ha commentato Lefevere, che ha raccontato di aver ricevuto una telefonata di scuse da parte del suo DS Iljo Kejsse. "Non mi chiama spesso, ma stavolta lo ha fatto, mi ha detto che non era riuscito a dormire. L'ho rassicurato, il problema è nel ciclismo, non sono i nostri DS", ha dichiarato il manager della Soudal Quickstep.
'Il ciclismo rifiuta la tecnologia'
Nella seconda parte del suo intervento, Patrick Lefevere ha fatto un interessante paragone tra il mondo del ciclismo e quella della Formula Uno.
Secondo il manager fiammingo, il ciclismo dovrebbe prendere spunto da alcune soluzioni adottate dalla Formula Uno per rendere lo sport più moderno e migliorare lo spettacolo. "Nel ciclismo le autorità competenti vogliono che i nostri DS navighino alla cieca. La Formula 1 abbraccia la tecnologia e noi la rifiutiamo: è doloroso da vedere", ha criticato Lefevere, che ha poi preso spunto da questo accostamento per parlare del budget cup.
Secondo Lefevere, il ciclismo dovrebbe ispirarsi a questo metodo già in vigore nella Formula 1 per riequilibrare i rapporti di forza tra le varie squadre e creare uno spettacolo più interessante. "Nel ciclismo ogni tanto se ne parla. Troppi corridori forti corrono nella stessa squadra invece che uno contro l'altro.
Troppe squadre ricche prendono anche tutti i giovani talenti nelle loro squadre di sviluppo. Sta iniziando a diventare una cosa molto cinica: lanciamo dieci uova contro un muro e andiamo avanti con ciò che non è rotto”, ha commentato Lefevere, che però resta pessimista sulla possibilità di attuare davvero una riforma del genere nel ciclismo.