In una lunga intervista rilasciata al giornale olandese De Telegraaf, l'ex campione di ciclismo Tom Dumoulin ha ripercorso la sua carriera e in particolar modo la prematura uscita di scena. Nell'estate del 2022, all'età di 32 anni, Dumoulin ha lasciato il Ciclismo pro dopo un lungo periodo di tormenti interiori, pause e riprese. Il vincitore del Giro d'Italia 2017 ha raccontato che il passaggio alla Jumbo Visma, in cui pensava di ritrovare un nuovo slancio, è stato in realtà un errore. Nonostante un progetto di altissimo livello, la Jumbo non si è rivelata l'ambiente giusto per Dumoulin.

"Ho perso una parte di me stesso, è stato un matrimonio infelice", ha testimoniato l'ex campione.

Dumoulin: 'Il mio sogno è diventato il sogno di molti'

Dopo una prima parte di carriera costellata da grandi successi, su tutti il Giro 2017 e il Mondiale a cronometro, oltre ai podi al Tour e alle Olimpiadi, Tom Dumoulin è entrato in una spirale negativa da cui non è più riuscito a risollevarsi completamente. Negli ultimi anni vissuti alla Sunweb, segnati anche dal grave incidente al Giro 2019, l'ex campione ha cominciato a lottare sempre più faticosamente con la pressione e lo stress arrivati con il suo nuovo status.

"A volte trovavo difficile che così tante persone iniziassero ad interessarsi di quello che stavo facendo.

All'improvviso il mio sogno è diventato il sogno di molti. All'improvviso ho sentito anche la responsabilità di quel sogno nei confronti della gente a casa, degli sponsor, della squadra. All'inizio avevo quel senso di responsabilità solo per me stesso, poi mi sono sentito responsabile per tante persone: questo mi ha fatto sentire oppresso", ha raccontato Tom Dumoulin, che sperava di trovare un nuovo equilibrio psicofisico nel passaggio alla Jumbo Visma, avvenuto in vista della stagione 2020.

'Volevo libertà e autonomia'

Quella scelta si è però rivelata errata, perché i metodi di lavoro e le aspettative che si sono create hanno definitivamente rotto la stabilità del corridore. "Avevo bisogno di avere maggiore libertà e autonomia e la Jumbo sembrava rappresentare tutto questo. Non c'era niente di sbagliato in quella squadra, perché stanno facendo un fantastico lavoro e anche negli anni in cui ci sono stato io avevano tutto sotto controllo.

Ma ho perso ancora di più quella parte di cui avevo bisogno, quell'autonomia. Non con cattive intenzioni, perché la squadra voleva fare il meglio per me, ma l'ho persa. Ho perso una parte di me stesso, il che ha reso questo matrimonio infelice", ha raccontato Tom Dumoulin.

A conferma di quanto sia stato difficile quel periodo, l'ex campione ha dichiarato di non aver voluto vedere il documentario girato durante il Tour 2020 dalla tv NOS nel dietro le quinte della Jumbo Visma. "Ho sentito che si vede chiaramente che non stavo bene e non ero felice. Non devo condividerlo con il resto del mondo. Soprattutto quando le cose vanno molto male", ha concluso Dumoulin.