Tom Boonen, uno dei campioni da grandi classiche più vincenti e carismatici della storia del ciclismo, ha legato quasi tutta la sua carriera ad un'unica squadra, la Quickstep di Patrick Lefevere. Probabilmente solo in pochi ricorderanno un giovanissimo Boonen con la maglia della Us Postal, la formazione americana in cui esordì come stagista a metà del 2001. Il debuttante talento belga si trovò così a dare le sue prime pedalate da professionista nel team di Lance Armstrong, che in quegli anni stava vivendo il suo periodo di gloria. Parlando ad un podcast, Boonen ha ricordato il clima particolare che si viveva in un team costruito sotto l'egemonia di Armstrong, definito "una persona terribile" e il gelo che calò tra lui e il texano quando le rispettive strade si divisero.

"Quando ho lasciato la squadra mandai a tutti un messaggio di ringraziamenti. Armstrong non mi parlò più per sei anni" ha raccontato l'ex Campione del Mondo.

Ciclismo, la Roubaix dell'esordio e l'addio alla Us Postal

Tom Boonen debuttò nel Ciclismo professionistico nel luglio 2001 come stagista della Us Postal, nello stesso periodo in cui Armstrong metteva le mani sul terzo dei suoi sette Tour de France consecutivi, tutti poi revocati. Boonen rimase nella squadra americana anche nella stagione seguente, mettendosi subito in grande evidenza in quelle classiche che segneranno tutta la sua carriera. Il belga fu protagonista di un'epica Roubaix sotto la pioggia, conclusa al terzo posto, e al termine della stagione passò ad una squadra più orientata alle sue attitudini, la Quickstep.

Parlando al podcast Photos with BRK Dry, Boonen ha ricordato alcuni episodi di quella parte iniziale della carriera. L'ex campione fiammingo, che ha lasciato il ciclismo nel 2017, ha raccontato di aver inizialmente avuto un'ottima impressione di Armstrong. "Lance era una persona molto rilassata quando era nel suo mondo, proteggeva i compagni di squadra intorno a lui" ha dichiarato Tom Boonen, che però fu cancellato dal texano quando, al termine della stagione 2002, decise di lasciare la Us Postal.

"Quando ho lasciato la squadra, ho inviato un messaggio a tutti nel periodo di Natale, volevo ringraziarli per quell'anno fantastico. Ho ricevuto molti bei messaggi in risposta. Poi all'improvviso ho ricevuto un messaggio da Armstrong. Mi ha scritto: "Buona fortuna, ne avrai bisogno". All’epoca avevo 21 anni…Lance non mi parlò più per sei anni.

Durante tutte le corse in cui eravamo entrambi alla partenza, lo superavo e dicevo "ehi Lance". Lui non mi guardava nemmeno" ha raccontato Tom Boonen.

'Armstrong ha trattato gli amici in modo detestabile'

L'ex corridore fiammingo ha dichiarato di non essere stato coinvolto nelle pratiche dopanti che hanno portato Armstrong alla radiazione e alla cancellazione delle vittorie. "Fortunatamente non ho mai potuto partecipare al Tour de France, lì c'era solo il gruppo più ristretto attorno ad Armstrong. Ma se fossi rimasto alla Us Postal prima o poi sarei finito anche io al Tour" ha dichiarato Boonen, esprimendo poi tutto il suo sdegno per i comportamenti dell'ex compagno quando il sistematico ricorso al doping ha cominciato a venire a galla.

Dopo sei anni di silenzio, mentre le accuse di doping cominciavano a farsi più concrete, Armstrong ebbe il coraggio di rifarsi vivo con Boonen. "Era il 2006, 2007, aveva bisogno di aiuto e mi chiamò, ma io non lo aiutai. Il modo in cui trattò i suoi amici è detestabile. Con il suo migliore amico Frankie Andreu, per esempio" ha ricordato Boonen.

Andreu era uno dei corridori più vicini ad Armstrong, ma finì per fare delle ammissioni sul ricorso al doping, facendo sgretolare tutto il castello costruito dal texano. Quando Armstrong si ammalò di cancro, Andreu rimase al suo fianco e assistette ad un confronto con un medico in cui elencò tutti i farmaci dopanti che stava assumendo. "Frankie era una persona meravigliosa con cui andavo molto d'accordo.

Aveva tradito Armstrong, ma aveva semplicemente ripetuto quello che Lance aveva detto al medico in quella stanza d'ospedale. Armstrong è una persona terribile in questo senso, avrebbe dovuto confessare molto tempo prima" ha dichiarato Tom Boonen.