In un ciclismo professionistico sempre più regolato da rigidi protocolli che guidano i corridori in maniera un po' robotica tra allenamenti e alimentazione, resistono alcuni casi di atleti che vivono ancora in una dimensione più umana e romantica. È il caso di Luka Mezgec, corridore sloveno della Jayco AlUla. A pochi giorni dal via del Tour de France, in cui aiuterà Dylan Groenewegen a districarsi nelle volate, Mezgec ha raccontato a Wielererevue la sua particolare routine di allenamento. Lo sloveno ha dichiarato di pedalare molto meno degli altri corridori e di aver ricevuto carta bianca dalla sua squadra.
"Penso che molti corridori siano sovrallenati, io faccio circa 16 ore alla settimana", ha spiegato il corridore della Jayco.
Mezgec: 'Kittel si staccava in allenamento, poi ha vinto dieci corse'
Lo spunto per questa testimonianza di Luka Mezgec è stata l'uscita del libro autobiografico di Tom Dumoulin. L'ex corridore ha criticato gli eccessi e la rigidità di certi schemi del Ciclismo, portando come esempio positivo proprio Mezgec. I due si sono incontrati recentemente a Livigno, dove lo sloveno era in ritiro con la squadra e l'ex campione olandese aveva programmato un evento promozionale per il libro.
Luka Mezgec ha poi condiviso la sua particolare routine di allenamento con Wielererevue. "MI alleno per sedici ore a settimana.
In realtà non sono sempre proprio sedici. A volte possono essere dodici, ma prima di un evento importante posso salire a venti. Ma non arrivo mai a venticinque o trenta come gli altri corridori, non funzionerebbe per me" ha dichiarato lo sloveno.
Mezgec ha raccontato un aneddoto dei suoi primi anni nel ciclismo professionistico, che gli ha fatto aprire gli occhi sull'esasperazione degli allenamenti.
"Era il 2013, da neoprofessionista avevo paura di fare o dire quello che pensavo. Facevo quello che facevano tutti. Guardavo Kittel, era sempre il primo a staccarsi in allenamento e si lamentava sempre che facevamo giri troppo lunghi o che si andava troppo forte. Dopo cinque ore si tornava in albergo, ma alcuni allungavano il giro.
Sei mesi dopo Kittel aveva già vinto dieci corse, chi si era allenato più di tutti non aveva fatto niente" ha raccontato Mezgec.
Secondo il corridore sloveno è fondamentale mantenere un equilibrio tra allenamento e recupero, una cosa che nel ciclismo attuale sarebbe sottovalutata. "C'è una linea in cui ti sei allenato bene e ti sei riposati adeguatamente. Puoi essere sopra o sotto. Secondo me è meglio essere sotto, perchè hai più freschezza. Se rimani sopra a quella linea per troppo tempo ti stai scavando da solo una fossa. In generale penso che molti corridori siano sovrallenati" ha dichiarato Mezgec, spiegando di avere il pieno supporto della sua squadra in questo suo particolare approccio al ciclismo.
La carriera di Mezgec
Classe '88, sloveno, Luka Mezgec è ormai uno dei veterani del ciclismo professionistico. E' arrivato nel grande ciclismo relativamente tardi, nel 2013, quando aveva 25 anni, con la Argos Shimano. Qui ha avuto come compagni di squadra Marcel Kittel e Tom Dumoulin, due campioni che hanno raggiunto grandi risultati per poi lasciare presto il ciclismo. Dal 2016 corre nella Orica, oggi divenuta Jayco AlUla. Mezgec ha caratteristiche di corridore dotato di buon spunto veloce, ma non è uno sprinter puro.
Nella prima parte di carriera ha ottenuto molte vittorie di spessore, su tutte una tappa al Giro d'Italia 2014, tre alla Volta Catalunya e due al Giro di Polonia. Poi si è trasformato soprattutto in uomo squadra e guida per i velocisti, ruolo che ricopre ancora a favore di Groenewegen.