Jonas Vingegaard non ha ancora sciolto le riserve sulla possibile partecipazione al prossimo Tour de France, che prenderà il via da Firenze sabato 29 giugno. Il vincitore delle ultime due edizioni si è infortunato a inizio aprile alla Volta Paesi Baschi, quando si procurò varie fratture a costole, clavicola e uno pneumotorace. Vingegaard ha ripreso ad allenarsi con continuità da circa un mese ed ora si trova in altura a Tignes per cercare di recuperare la forma migliore ed andare a caccia della terza maglia gialla. Pur senza sbilanciarsi sulle possibilità di essere al via del Tour, il suo preparatore tim Heemskerk si è detto certo che Vingegaard avrebbe un rendimento costante nelle tre settimane, contrariamente a quanto successo un anno fa a Pogacar.

"Non sono preoccupato di vederlo svanire come è successo a Pogacar, perchè ha una fisiologia diversa" ha commentato Heemskerk.

'La forza di Jonas è la resistenza'

Parlando a Velò, il preparatore di Jonas Vingegaard ha raccontato di aver costruito un rapporto di piena fiducia con il suo campione. "È sempre stato bello lavorare con lui, ho sempre saputo esattamente quello che stava facendo. Da quando è arrivato in squadra, anno dopo anno abbiamo sempre cercato di aumentare il carico di lavoro. Ha sempre fatto tutto e sentiamo che quello che va bene in allenamento andrà bene anche in corsa", ha dichiarato Heemskerk, parlando anche dell'opzione doppietta Giro-Tour per le prossime stagioni.

"È possibile, non è facile farla, ma ad un certo punto gli atleti eccezionali si mettono in mente qualcosa", ha dichiarato il preparatore.

Heemskerk ha raccontato che Vingegaard è ora impegnato a Tignes per recuperare il suo miglior livello, e che se fosse in grado di raggiungere il top non ci sarebbero incognite sulla possibilità di mantenere quelle prestazioni per tutta la durata del Tour de France. "La forza di Jonas è la sua resistenza. Non sono così preoccupato che possa svanire come è successo a Pogacar un anno fa, perchè ha una fisiologia diversa.

Andiamo avanti giorno per giorno, le sue ferite non sono un dito o un polso rotto, ma molto peggio. Ma sono anche persone diverse", ha commentato Heemskerk.

La crisi di Pogacar al Tour 2023

Il paragone che fa Tim Heemskerk richiama il Tour de France dello scorso anno e la sfida tra Vingegaard e Pogacar per la maglia gialla. Lo sloveno arrivò al via della corsa senza una preparazione ideale a causa della frattura al polso rimediata ad aprile nella Liegi Bastogne Liegi.

Pogacar ebbe subito un momento difficile nella prima tappa pirenaica, poi andò in crescendo e riuscì in un paio di occasioni a staccare Vingegaard, ma senza ribaltare la situazione in classifica generale.

Nella terza settimana, però, Pogacar crollò, prima nella cronometro di Combloux e quindi in maniera definitiva nella salita del Col de la Loze. Vingegaard vinse così il suo secondo Tour de France consecutivo. Quest'anno, per uno strano gioco del destino, i ruoli si sono invertiti. Ad aprile è stato Vingegaard ad incappare in una caduta, con conseguenze più serie di quelle patite un anno fa da Pogacar.