Mentre a Parigi si vive l'attesa per la cerimonia d'apertura delle Olimpiadi e l'assegnazione delle prime medaglie, nel mondo del ciclismo ha destato un certo scalpore una presa di posizione molto forte dell'ex corridore Jens Voigt. Il tedesco, ora opinionista di Eurosport, ha criticato il format della gara di Ciclismo su strada che debutta in questa edizione dei Giochi. Secondo Voigt è stato un errore tagliare drasticamente il numero dei corridori al via e contemporaneamente mantenere una distanza particolarmente importante, ben 273 chilometri, e si è spinto a dire che le Olimpiadi dovrebbero essere aperte ai ciclisti dilettanti e non ai professionisti.

'Il ciclismo ha già grandi giri, classiche e Mondiali'

L'intervento di Jens Voigt è arrivato durante un incontro con i media organizzato dal gruppo Discovery, che detiene i diritti di trasmissione integrale dei Giochi di Parigi. L'ex corridore tedesco è uno degli opinionisti di Eurosport ed ha parlato delle gare di ciclismo che vedremo a Parigi. Anzichè fare una classica e banale analisi dei favoriti, Voigt ha lanciato una serie di critiche al modo in cui i Giochi propongono il ciclismo.

Secondo l'ex corridore, il format scelto per la gara su strada di questa edizione, con appena 90 corridori al via, è un grave errore. "Penso che sia sbagliato avere 90 corridori in una corsa di 273 chilometri.

Rischia di diventare una gara noiosa, con pochi corridori al traguardo" ha commentato Voigt, che ha ipotizzato due scenari di gara.

Il primo è che possa partire una fuga di comprimari nelle fasi iniziali. A causa del numero ridotto di compagni di squadra, i leader potrebbero non riuscire più a tornare in gioco, consegnando così le medaglie a dei corridori di secondo piano.

La seconda ipotesi è che la corsa scivoli via ad andatura turistica e con il gruppo compatto per quasi metà del percorso, in un tacito accordo tra le squadre per poi assistere ad una battaglia finale.

Secondo Voigt, questi scenari sono dovuti alla scarsa consistenza numerica e qualitativa del gruppo, che prevede al via solo 90 corridori, almeno una ventina dei quali provenienti da nazioni senza nessuna tradizione nel ciclismo, e alla distanza eccessiva.

"Se vuoi fare una corsa con così pochi corridori allora devi tagliare una cinquantina di chilometri dal percorso. Ora hai Van der Poel e Evenepoel come favoriti, ma non c'è Pogacar, mentre Pidcock ha preferito la mountain bike. Non vedo nessun altro in grado di vincere una corsa così estenuante. Solo la Milano Sanremo è così lunga, ma con un gruppo composto dai migliori corridori al mondo" ha commentato Voigt.

Un altro passaggio forte dell'intervento di Jens Voigt ha riguardato la presenza dei professionisti alle Olimpiadi. Secondo l'ex corridore, il calendario del ciclismo pro ha già talmente tanti eventi da non sentire assolutamente la necessità di aggiungere anche le Olimpiadi. "Per me non ha senso che i professionisti corrano le Olimpiadi su strada nel ciclismo.

Ogni anno abbiamo già i tre grandi giri, le cinque classiche monumento, i Mondiali, gli Europei. Il vincitore delle Olimpiadi non ha neanche la possibilità di portare un simbolo distintivo che sarebbe un bel bonus" ha commentato Voigt.

Il format della gara olimpica e l'apertura al professionismo

Rispetto alle ultime edizioni, il format di gara del ciclismo su strada ha subito delle importanti modifiche. A Tokyo 2020, la corsa aveva visto al via 130 corridori, con un massimo di cinque per squadra. A Parigi il numero è stato drasticamente tagliato a 90, con un massimo di quattro per squadra. Questo è stato deciso sia per arrivare alla parità di genere, sia per dare più posti ai nuovi sport entrati nel programma olimpico.

A Parigi 2024 ogni gara avrà un numero di posti equivalente tra il settore femminile e quello maschile, mentre a Tokyo esisteva ancora uno squilibrio. Rispetto all'edizione giapponese è entrata una nuova disciplina, la breakdance, e questo ha richiesto di qualche taglio agli sport più tradizionali.

Per quanto riguarda l'apertura al professionismo, questa risale all'edizione di Atlanta 1996. Fino a Barcellona 1992 le gare di ciclismo erano esclusivamente riservate ai dilettanti.