Alle Olimpiadi di Parigi 2024 nel Ciclismo non parteciperà lo sloveno Tadej Pogacar, che ha appena ottenuto la storica doppietta Giro-Tour dopo 26 anni dall’impresa di Marco Pan­tani. Le motivazioni di questa scelta, come ha reso noto l’entourage del corridore, sono dettate dalla tipologia di percorso non adatta alle sue caratteristiche e alla necessità di recuperare le forze dopo due grandi giri consecutivi, in vista del prossimo Mondiale di Zurigo. Inoltre, secondo diverse indiscrezioni, Pogacar non avrebbe gradito la decisione della federazione slovena di non convocare la sua compagna Urska Zigart.

La mancata partecipazione olimpica del più forte corridore della stagione non è un caso isolato, visto che nella storia del ciclismo molti grandi atleti non hanno partecipato alle rassegna a cinque cerchi.

Eddy Merckx e gli altri miti del ciclismo fuori dalle Olimpiadi per il regolamento

Icone del ciclismo come Eddy Merckx, Bernard Hinault, Fausto Coppi, Gino Bartali, Jacques Anquetil, ma anche idoli italiani come Francesco Moser, Giuseppe Saronni e Felice Gimondi, solo per citarne alcuni, non hanno mai preso parte durante la carriera da professionisti al ciclismo su strada alle Olimpiadi, a causa del regolamento. Ad esempio Merckx e Gimondi hanno corso a Tokyo nel 64 come dilettanti. Per la maggior parte delle edizioni infatti, nella gara di ciclismo su strada olimpica potevano partecipare solo i dilettanti.

Una regola che impediva quindi l’ammissione a tutti i corridori professionisti ed è proprio per questo che scorrendo l’albo d’oro si trovano nomi difficilmente noti al pubblico.

La svolta avvenne nell’edizione di Atlanta 1996, quando per la prima volta la gara su strada olimpica fu aperta anche ai ciclisti professionisti. Nel Velodromo di Stone Mountain conquistarono l’oro lo svizzero Pascal Richard nella corsa in linea e lo spagnolo Miguel Indurain nella cronometro, diventando così i primi corridori professionisti a conquistare un titolo olimpico su strada.

Sagan, Van der Poel, Pogacar: chi ha deciso di non correre alle Olimpiadi

Dopo Atlanta 1996, tutte le successive Olimpiadi sono state aperte ai professionisti del ciclismo su strada ma ci sono comunque stati dei forfait illustri anche nella storia recente. A Londra 2012 il campione in carica Samuel Sanchez fu costretto a rinunciare a causa di una caduta al Tour de France e la Spagna non convocò nemmeno Joaquim Rodríguez, in grande forma in quella stagione.

A Rio 2016 il principale assente nella prova in linea fu Peter Sagan, che nello stesso anno conquistò sia il titolo iridato che quello europeo: lo slovacco preferì gareggiare alle Olimpiadi nella mountain bike, dove chiuse 35° per una foratura. Stessa decisione per Mathieu van der Poel, che nel 2021 a Tokyo scelse la mountain bike, ma abbandonò la gara a causa di una caduta rocambolesca. Ora a Parigi 2024 il grande assente sarà Tadej Pogacar, che nell’ultima edizione ottenne la medaglia di bronzo.