I Pirenei hanno dato un chiaro verdetto: Tadej Pogacar è indiscutibilmente il numero uno al Tour de France. Dopo aver vinto ieri a Saint Lary Soulan, il fuoriclasse della UAE si è ripetuto anche oggi a Plateau de Beille al termine di un tappone estenuante. Vingegaard ha dimostrato grande carattere e coraggio, mettendo tutta la squadra a tirare in testa al gruppo, ma sulla salita finale non ha potuto replicare al cambio di marcia violento della maglia gialla, che ha vinto ancora e moltiplicato i vantaggi in classifica. La selezione è stata infatti enorme.

Dopo una parte finale di scalata molto difficile, Vingegaard ha concluso a 1'08, Evenepoel a quasi tre minuti. Nel dopo corsa, Pogacar ha raccontato questa vibrante sfida, anche psicologica, con Vingegaard: "Ero al limite quando Jonas ha provato a staccarmi, poi ho visto che anche Jonas stava iniziando a soffrire".

Le parole di Pogacar

Nelle rituali interviste del dopo corsa, Tadej Pogacar ha raccontato di aver prestato grande attenzione all'alimentazione e all'idratazione in questa giornata particolarmente calda e difficile.

"Non mi sarei mai aspettato questo risultato dopo l’inizio della seconda settimana. Sono contento della mia forma, ma ho avuto delle difficoltà. Faceva molto caldo. Ho sempre lottato con il caldo nella mia carriera, ma la squadra mi ha aiutato molto. Abbiamo gestito tutto bene. Amo i Pirenei e loro amano me” ha dichiarato la maglia gialla.

Il campione sloveno è rimasto tranquillo quando ha visto la squadra del grande rivale prendere il comando delle operazioni. "Hanno controllato la corsa e imposto un ritmo elevato in salita. Non ero davvero preoccupato. Dovevo principalmente guardare a me stesso, e concentrarmi su bere, mangiare e rinfrescarmi" ha raccontato Pogacar, spiegando di aver passato un momento delicato quando la lotta agonistica e psicologica con Vingegaard è arrivata al culmine.

"Ero al limite quando ha provato a staccarmi. Ma poi ho visto che anche lui cominciava a soffrire. Quando ci ha riprovato, ho capito che non aveva le gambe per arrivare in cima. Poi sono andato da solo" ha raccontato la maglia gialla.

Pogacar ha ora un vantaggio abbondante, ben 3'09'' su Vingegaard. "Ma devo mantenere la concentrazione e la stessa mentalità per la terza settimana" ha commentato il campione sloveno.

La Visma guida la corsa, ma vince sempre Pogacar

Nel giorno della festa nazionale francese del 14 luglio, il Tour ha proposto la seconda tappa pirenaica con una sequenza di salite fino all'arrivo di Plateau de Beille. Subito dopo il via sono iniziati gli scatti, da cui è scaturita una fuga folta e di grande qualità.

Il passare delle difficoltà altimetriche ha selezionato al comando cinque corridori di gran livello: Richard Carapaz, Jai Hindley, Enric Mas, Laurens de Plus e Tobias Johannessen.

Un po' a sorpresa, vista la giornata difficile di ieri, Jonas Vingegaard ha preso in mano il gruppo facendo lavorare tutti i compagni per dettare un ritmo sostenuto. I battistrada hanno iniziato la salita finale a Plateau de Beille con due minuti e mezzo di vantaggio. La Visma ha impiegato anche Matteo Jorgenson per imporre un passo forsennato nella prima parte della scalata conclusiva e sgretolare il gruppo. A dieci chilometri dalla vetta, Vingegaard ha preso in mano la situazione personalmente, senza scattare ma per continuare a pedalare con grande intensità come in una cronoscalata.

I due fuoriclasse del Tour hanno subito staccato tutti e sono andati a riprendere e superare Carapaz e gli altri fuggitivi. Evenepoel non ha potuto reagire, ma salendo con regolarità ha consolidato il suo posto sul podio, viste anche le difficoltà di Carlos Rodriguez, sprofondato molto più indietro. L'equilibrio tra Vingegaard e Pogacar si è rotto a cinque chilometri dall'arrivo. Il danese ha cercato di aumentare in progressione, ma senza scalfire le sicurezze della maglia gialla, che poi ne ha approfittato per rilanciare con violenza. Il fuoriclasse sloveno ha dimostrato di avere una marcia in più nei confronti del grande rivale, ancora evidentemente non al top dopo l'incidente di aprile.

Il finale si è così trasformato in uno show di Pogacar e in una sofferenza per Vingegaard, che ha dovuto contare un pesante ritardo di 1'08'' che appare come una sentenza.

Evenepoel ha concluso a 2'51'', un distacco ampio, ma con cui ha consolidato il terzo posto in classifica. Rodriguez ha perso più di cinque minuti, arrivando dietro anche a Landa, Almeida e Yates, e ha perso l'occasione per compiere quel salto di qualità che molti si attendevano. È stata una giornata complicata anche per Ciccone, che ha perso più di sei minuti. In classifica si sono creati dei solchi enormi: Pogacar ha più di tre minuti su Vingegaard, oltre cinque su Evenepoel e quasi undici su Almeida.