Con il suo temperamento da vero fiammingo, i modi anticonformisti e un po' selvaggi, Roger De Vlaeminck sa distinguersi ancora oggi così come faceva tanti anni fa in sella ad una bicicletta. L'ex campione di ciclismo, uno dei più vincenti specialisti delle classiche, non ha mai risparmiato critiche e giudizi taglienti alle nuove generazioni di corridori. In un'intervista rilasciata al giornale belga Het Nieuwsblad, De Vlaeminck ha prima spiegato di non avere più voglia di conservare quell'immagine del vecchio campione sempre pronto a criticare tutto e tutti, ma poi non è riuscito a trattenersi e ha parlato a ruota libera e senza filtri.

De Vlaeminck ha un po' sminuito i successi in serie di Tadej Pogacar, spiegando che questa supremazia così netta è dovuta soprattutto alla scarsa qualità degli altri corridori. "Pogacar può vincere tutte e cinque le classiche monumento, ma dobbiamo anche guardare quali sono i suoi avversari" ha commentato l'ex campione.

'Ditemi il nome di un buon corridore italiano'

Il predominio schiacciante con cui Tadej Pogacar ha fatto man bassa di vittorie in questa stagione 2024 del Ciclismo professionistico ha riproposto il team del confronto con Eddy Merckx, per stabilire chi sia stato il numero uno di tutti i tempi. A questa discussione hanno partecipato anche tanti campioni del passato, a partire dallo stesso Merckx, che in alcune interviste ha ammesso che Pogacar può essere considerato al suo livello se non meglio.

Raggiunto da Het Nieuwsblad, Roger De Vlaeminck si è espresso in netto disaccordo con il suo grande rivale di tante battaglie nelle classiche degli anni settanta. "Una volta nelle interviste osavo dire cose di ogni genere. Oggi non lo faccio più, ma non posso mentire. Merckx sostiene che Pogacar sia meglio di lui. Su questo non sono assolutamente d'accordo" ha dichiarato De Vlaeminck.

"Pogacar è certamente il miglior corridore al mondo in questo momento, ma per me è difficile godermelo perchè è troppo migliore degli altri. Nella Strade Bianche, una corsa di 215 chilometri, Pogacar ne ha fatti novanta di fuga solitaria, ma chi c'era dietro?", ha commentato De Vlaeminck, esponendo la sua tesi sulla 'mediocrità' degli avversari dello sloveno.

"Mi sarebbe piaciuto correre la Strade Bianche. Se ci fossi stato io, Merckx o Maertens, certamente Pogacar non avrebbe fatto novanta chilometri da solo" ha aggiunto l'ex campione, che vede anche nella crisi del ciclismo italiano uno dei motivi delle affermazioni in serie di Pogacar. "Lui potrebbe diventare il quarto corridore di sempre a vincere tutte le classiche monumento, gli mancano solo Sanremo e Roubaix. Ma poi bisogna pensare a chi erano gli avversari. Dove sono i corridori italiani? I Moser, i Gimondi, i Bitossi contro cui abbiamo corso noi. Ditemi il nome di un buon corridore italiano attuale", ha commentato De Vlaeminck, che poi ha lanciato anche una critica a Remco Evenepoel per alcuni suoi atteggiamenti.

"Ovviamente Remco è un ottimo corridore, ma non sono un grande fan del suo stile. Per me non è accettabile esibire la bici in aria sul traguardo. Ma penso che abbia il carattere del corridore, quando corre bene si vede dal suo volto che si sta divertendo", ha commentato De Vlaeminck.

Ciclismo, la carriera di De Vlaeminck

Classe '47, fiammingo di Eeklo, Roger De Vlaeminck è stato uno dei più eccelsi interpreti di classiche della storia del ciclismo. E' stato professionista dal 1969 e al 1984 ed è uno dei tre corridori, al pari di Merckx e Van Looy, che sono riusciti a vincere tutte le classiche monumento. Ha conquistato per tre volte la Milano Sanremo, una volta il Giro delle Fiandre, quattro volte la Parigi Roubaix, una volta la Liegi Bastogne Liegi e due volte il Giro di Lombardia.

Ha conquistato anche ventidue tappe al Giro d'Italia, che ha spesso preferito al Tour de France, in cui ha firmato una sola frazione. Nel suo palmares manca invece il Mondiale, in cui è arrivato secondo nel 1975, edizione vinta da Hennie Kuiper.