La novità del 2014, relativa al pagamento degli affitti in nero, arriva dalla Corte Costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 3, commi 8 e 9, della legge 23/2011. Queste norme, garantivano agli inquilini dei sostanziosi vantaggi e, al tempo stesso, pesanti sanzioni nei confronti dei locatori che oggi sono state eliminate con efficacia retroattiva.

Affitti 2014: addio a sanzioni e sconti, previsioni illegittime, sugli affitti in nero.

Le norme sul pagamento degli affitti in nero, dichiarate illegittime, permettevano agli inquilini di registrare il contratto di affitto, ottenendo uno sconto vantaggioso, quando questo non fosse stato registrato, nel rispetto dei termini di legge,entro 30 giorni dalla firma, ovvero quando l'importo risultante dal contratto fosse, in realtà, inferiore a quello del pagamento, nei fatti, pagato dall'inquilino.

Infine, valeva anche nell'ipotesi in cui ci si trovasse di fronte alla fattispecie di un finto contratto di comodato d'uso gratuito.

La sentenza della Consulta, che cambia tutto lo scenario di sanzioni e sconti previsti nelle ipotesi di pagamento degli affitti in nero, produrrà effetti retroattivi, investendo tutti i contratti a partire dal 6 giugno 2011. I motivi che hanno giustificato il pronunciamento di illegittimità della Corte Costituzionale, riguardano una lesione del principio di libertà contrattuale, in riferimento agli elementi soggettivi, di durata e di canone. Per quanto riguarda, inoltre, le sanzioni, queste sono risultate affette da un vizio nella delega, infatti, le norme sarebbero andate fuori dai limiti imposti dal Parlamento.

Le conseguenze previste potrebbero spingere i proprietari a "cacciare" gli inquilini, visto che il contratto è stato invalidato dalla caduta della legge, ferme restando le sanzioni, a carico dei proprietari, per le imposte non pagate.