Con una delle sue accelerazioni improvvise, destinate probabilmente a diventare una specie di marchio di fabbrica, il neo premier Matteo Renzi impone di fatto un'ipotesi storica: se tutti, infatti, prevedevano un intervento a favore delle imprese, vaticinando un taglio dell’Irap, arriva a sorpresa invece un intervento sull’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche.

L’ipotesi sull'intervento che circola in queste ore è quella di un taglio decisamente consistente, pari a circa 80 euro mensili, per i redditi fino a 25mila euro. Il taglio dovrebbe aggiungersi a quello, decisamente meno pesante, che era stato progettato dal precedente esecutivo guidato da Enrico Letta, di 10 o 15 euro mensili, portando il taglio complessivo a 100 euro.

La possibilità di spostare l’investimento dalle aziende alle famiglie deriva dalla convinzione che siano i consumi delle famiglie,  nonché quelli di chi percepisce i redditi più bassi, a dover ripartire per dare una prima scossa alla nostra economia. Più avanti nella legislatura, se ce ne sarà la possibilità, arriveranno anche gli investimenti a favore delle imprese.

Si punta quindi sul principio caro al ministro dell’economia Padoan per il quale è meglio concentrare tutte le risorse su un’operazione, piuttosto che disperdere il tesoretto in più rivoli, rendendo le azioni di fatto meno efficaci. Di fronte ad una crisi che ha avuto effetti devastanti, meglio una cura da cavallo insomma.

Ma da dove arriveranno le coperture?

5 o 6 miliardi sono previsti in arrivo dalla famosa Spending Review, mentre il resto dovrebbe essere garantito dagli accordi in vista con la Svizzera per il rientro di capitali depositati nella Confederazione Elvetica.

Il decreto dovrebbe arrivare in consiglio dei Ministri mercoledì prossimo.