La TASI, la tassa sui servizi indivisibili che ricade sulla prima casa e sulle relative pertinenze è una tassa i cui importi da pagare sono stabiliti dai Comuni entro tetti massimi stabiliti dal Governo. Essendo una tassa comunale e pertanto influenzata dalle scelte singole di ogni Comune e pertanto anche in città e paesi limitrofi, ci saranno contribuenti che pagheranno di più e contribuenti che pagheranno di meno. Molti però sono i casi che vanno chiariti per permettere ai contribuenti di poter pagare la prima rata dell'imposta senza commettere errori.
Stiamo parlando di quelli che nei discorsi di tutti i giorni vengono considerati casi particolari, casi che i contribuenti si troveranno ad affrontare già il prossimo 16 giugno, giorno in cui scade la prima rata da versare.
Casi particolari e loro soluzione
I contribuenti di Comuni che l'anno scorso hanno scelto di non far pagare la TASI (pochi, a dire il vero), cioè quelli che hanno deliberato un'aliquota pari a zero, non pagheranno neanche per quest'anno la TASI. Gli anziani e disabili proprietari di immobili che però risiedono in strutture sanitarie o case di cura pagano comunque la Tasi sulla prima casa. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, essi non pagano l'IMU come fosse una seconda casa, mancando il requisito della residenza.
Nei casi di separazioni, divorzi e cessazione di ogni effetto del matrimonio, l'imposta la verserà solo il coniuge a cui il Giudice ha affidato la casa coniugale. Nessun 50 e 50 quindi come si potrebbe pensare. Per le locazioni finanziarie, la TASI la paga l'affittuario fin dal giorno in cui stipula il contratto. Per gli affitti e le locazioni ad uso abitativo invece l'imposta è divisa tra inquilini e proprietari.
In questi casi la normativa generale, in assenza di delibera del Comune in merito, dice che l'inquilino paga il 10% dell'imposta mentre il restante 90 spetta al proprietario. Il 10% è il minimo stabilito dalla Legge, ma i comuni possono stabilire criteri di divisione diversa tra inquilini e proprietari. Nelle comproprietà la TASI è dovuta dai comproprietari in solido in base alla percentuale di proprietà sull'immobile.
Per i casi di comodato d'uso gratuito i Comuni possono equiparare la casa ceduta gratuitamente dal proprietario ad un parente entro il primo grado. Condizione necessaria è che colui a cui è stata concessa in comodato la casa la adibisca ad abitazione principale sua e del suo nucleo familiare.