Sono state riviste al rialzo le soglie Isee e Ispe per l’assegnazione delle borse di studio universitarie. L’annuncio è stato dato dal ministro Stefania Giannini dopo aver firmato il decreto che accoglie le proteste degli studenti i quali, a seguito dei nuovi metodi di calcolo introdotti lo scorso anno, avevano visto ridursi di oltre il 20 per cento le assegnazioni a causa del superamento dei limiti di reddito.

La soglie Isee e Ispe 2016 per accedere alle borse di studio

Il decreto firmato dal ministro Giannini fissa le nuove soglie di Isee e Ispe a 23mila e 50mila euro, segnando una significativa retromarcia rispetto a quanto fissato lo scorso anno quando, con l’Indicatore della Situazione Patrimoniale (Ispe) fissato a 33mila euro, molti studenti si erano ritrovati esclusi dalle graduatorie per l’assegnazione delle borse di studio a causa del nuovo metodo di calcolo relativo alle proprietà immobiliari.

Il valore della casa di proprietà, infatti, viene calcolato non più a fini Ici, ma a fini Imu, con un conseguente incremento della valutazione che ha comportato in molti casi il superamento della soglia dei 33mila euro, pur senza aver guadagnato più dell’anno precedente.

‘Con questo provvedimento’, ha dichiarato il ministro Giannini, ‘contiamo di recuperare tutto il 20 per cento di borse di studio perse lo scorso anno’, riconoscendo la penalizzazione subita dagli studenti con l’applicazione dei vecchi parametri Ispe.

Una vittoria degli studenti, ma ‘non basta’

Soddisfatti, ma non completamente, gli studenti. La vittoria nella battaglia sulla rivalutazione delle soglie Isee e Ispe, benché sia un premio alla mobilitazione di tutte le Università sull’argomento, è mitigata dal fatto che il decreto è arrivato troppo tardi perché possa entrare in vigore già quest’anno.

Il limite ultimo per l’emanazione di un provvedimento applicabile all’anno accademico in corso era, infatti, quello del 28 febbraio. La conseguenza è che molti studenti hanno avuto difficoltà ad iscriversi all’Università o hanno dovuto rinunciare, vedendo tradito il diritto allo studio costituzionalmente garantito.

Il Coordinamento Universitario LINK si fa, per questo, promotore di una legge di iniziativa popolare per il diritto allo studio che possa portare l’Italia al livello di altre nazioni europee nelle quali la percentuale di borse di studio erogate è superiore al 20 per cento, mentre nel nostro Paese si è fermi all’8 per cento.