Il 730 ormai è nel pieno della sua stagione e milioni di contribuenti lo stanno per inviare al Fisco, se non lo hanno già fatto. Il modello precompilato, arrivato alla seconda stagione dopo il via sperimentale del 2015 è pieno di diversi dati già precaricati dall’Agenzia delle Entrate. Compito del contribuente, soprattutto quello che lo invia senza ausilio alcuno di Caf e professionisti abilitati, sarà quello di controllarne la veridicità ed eventualmente implementarlo o correggerlo. I problemi nascono proprio da questi dati che spesso sono errati e che fanno correre concretamente il rischio di sbagliare dichiarazione e di subire multe o sanzioni.

Una delle voci più delicate sono le spese sanitarie e notevoli rappresentanti di Caf e Commercialisti hanno già manifestato l’allarme.

Spese sanitarie implementate

Le spese sanitarie dicevamo, sono di norma quelle più presenti nei 730 degli italiani tra quelle che danno diritto alla detrazione di imposta. Quest’anno se tutto fosse andato a regime, con il sistema tessera sanitaria e il concomitante obbligo di dottori, studi medici e farmacie, di inviare fatture e scontrini direttamente alla banca dati dell’Agenzia delle Entrate, il contribuente avrebbe già trovato tutto sul 730. Naturalmente, niente di questo è successo, molti soggetti interessati dal sistema (le farmacie in primis) non hanno fatto in tempo ad esaudire le richieste del Fisco, soprattutto con la tempistica stabilita.

Sta di fatto che sul 730 le cifre per le spese sanitarie inserite sono monche, spesso sono irrisorie rispetto a quelle effettivamente sostenute dai contribuenti a dai propri soggetti fiscalmente a carico.

Necessario quindi tornare ad adoperare il classico sistema degli scontrini conservati, cioè sommarli e correggere il dato inserito nella precompilata con quello effettivamente fuoriuscito dalla somma.

Aggiungere gli scontrini a quello che il fisco ha già inserito sarebbe rischioso, soprattutto perché pare che tra i dati preinseriti ci siano quelli di farmaci da banco acquistati in farmacia tramite la ricetta rossa del medico. Il rischio di portare in detrazione due volte la stessa spesa è alto e con i controlli quasi a tappeto che minaccia di utilizzare il Fisco, per coloro che non accettano il 730 così come è stato precompilato, facilmente si verrà beccati.

Occhio alle spese rimborsate

Un discorso a parte sono le spese sanitarie che nel 2015 sono state rimborsate ai contribuenti. Una anomalia del sistema 730 precompilato infatti mette a serio rischio di errore il contribuente. Parliamo delle spese che di norma vengono rimborsate da un qualsiasi Fondo di Assistenza Sanitaria a cui molti contribuenti sono assicurati. Nel 730 precompilato, le spese sanitarie di questo genere sono già preinserite perché secondo il Fisco, giustamente, danno diritto alla detrazione. L’Agenzia delle Entrate non è a conoscenza dell’eventualità che queste spese siano state già rimborsate dalla Cassa assistenziale del contribuente e quindi ne permette la detrazione.

Il problema è che essendo già state rimborsate, queste non sono più spese detraibili e pertanto non vanno inserite, anzi vanno cancellate.

Il rischio infatti è che qualora si andasse a rimborso, quanto percepito in più dovrà essere restituito con interessi e così via. Secondo il CEO di 50&PiùCAAF, Lorenzo Francesconi, il Fisco ha intenzione di combattere a tappeto la furbata di inserire spese sanitarie da detrarre nonostante siano state rimborsate e quindi sostenute da un altro soggetto (il Fondo). Secondo l’Agenzia, questa è una prassi frequente da parte dei contribuenti ed è proprio qui che Francesconi suggerisce di allegare al 730 copia degli estratti conto delle casse a cui si è iscritti, per verificare le spese che è possibile o non scaricare.