Si è tanto parlato dell'abolizione dei voucher Inps, i famosi "buoni lavoro" che consentivano, fino a qualche giorno fa, di retribuire un lavoratore pur non avendo alcun contratto lavorativo. Il largo uso degli stessi ha però messo in guardia il Governo e, per far fronte ad un'ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro, ha fatto si che abbia provveduto all'abolizione degli stessi. Infatti il decreto legislativo n°25 del 2017 ha abrogato la precedente normativa in materia, però con conseguente vuoto normativo per tutte le esigenze di prestazioni di lavoro residuali ed estemporanee, perchè si rischierebbe di incentivare il ricorso illegale al lavoro nero.
Cos'erano i voucher
I voucher erano degli strumenti introdotti nel 2003 con lo scopo di permettere la remunerazione legale di "mini lavori" che diversamente sarebbero stati pagati in nero: dalle pulizie al doposcuola, passando per i lavori agricoli stagionali nonché quelli del settore turistico. Venivano acquistati dai datori di lavoro per poi essere consegnati al lavoratore, e coprivano quest'ultimo dal punto di vista contributivo ed assicurativo.
La novità
Dallo scorso 18 marzo i voucher per lavoro occasionale accessorio non possono più essere acquistati, solo i soggetti che ne erano già in possesso di rimanenti al 17 marzo potranno continuare ad utilizzarli entro il 31 dicembre 2017.
Cosa usare al posto dei voucher?
Come si possono, quindi, comportare tutti i datori di lavoro per regolarizzare i propri lavoratori per piccoli lavori, anche saltuari?
Se da una parte, infatti, l'abolizione dei voucher finalmente frenerà tutte le situazioni in cui venivano utilizzati in modo esagerato, quasi come espediente per non effettuare un contratto di lavoro stabile, da un'altra risulta esserci ora una grossa lacuna per tutte le casistiche in cui il lavoro accessorio non era uno sfruttamento a carico del lavoratore.
Per risolvere questo problema lo scorso 24 marzo la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro ha reso disponibile un ottimo approfondimento in materia, e vengono prese in esame come alternative:
- le collaborazioni coordinate e continuative;
- il lavoro intermittente;
- i contratti di somministrazione lavoro.
All'interno dell'approfondimento vengono anche comparati i costi delle sopra elencate possibilità con quelli derivanti dall'utilizzo dei voucher, nonchè i vantaggi sia per il datore di lavoro che per il lavoratore.