Quella di oggi (2 giugno) è una data importante per i contribuenti italiani: nessuna scadenza, semplicemente è il “tax freedom day”, l'ultimo giorno nel quale si lavora per il fisco: a sottolinearlo è Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre. L'associazione di artigiani e piccole imprese ha calcolato che solo da domani (3 giugno) i lavoratori autonomi italiani cominceranno effettivamente a trattenere i ricavi delle loro attività. In altre parole, secondo la Cgia di Mestre, quest'anno ci sono voluti 153 giorni per soddisfare la voracità del fisco italiano, 38 in più di quanto accadeva nel 1980.

La pressione fiscale sfiora il 50%

Nel calcolo è stato considerato il Pil previsto per il 2017, poi diviso per 365 giorni, così da ricavare il valore del prodotto interno loro medio giornaliero. Quindi è stato preso in esame il gettito totale di imposte e Tasse che saranno versate quest'anno, infine diviso per il Pil di ogni giorno. Si tratta, come la stessa Cgia ammette, di un puro esercizio teorico, che però dà un'indicazione della crescita del peso fiscale sulle aziende. 'In pratica, ogni imprenditore lavora cinque mesi per lo Stato, troppo – dice Zabeo -. Sui contribuenti italiani che correttamente rispettano tutte le scadenze e i versamenti, la pressione fiscale reale sfiora il 50 per cento, non capita in nessun altro Paese europeo'.

Come uscire da questa situazione? Secondo Renato Mason, segretario della Cgia, è necessario tagliare la spesa pubblica improduttiva, a cui dovrebbe aggiungersi una reale applicazione del federalismo fiscale che, negli Stati in cui è strutturalmente applicato (come la Germania, grazie alla sua organizzazione amministrative federale), ha generato un calo delle tasse, senza ridurre quantità e qualità dei servizi offerti ai cittadini.

Nessun vantaggio per le partite Iva

In realtà, il “bonus Renzi” del 2014, l'eliminazione dell'Irap dal costo del lavoro nel 2015 e la cancellazione della Tasi nel 2016 hanno portato a una diminuzione delle imposte a carico delle persone fisiche. I superammortamenti, la discesa dell'Ires e l'aumento delle detrazioni Irap hanno fatto altrettanto per società di capitali e alcune imprese.

Nessun vantaggio, però, è arrivato alle partite iva. 'Lavoratori autonomi, soprattutto ex operai, liberi professionisti e giovani freelance, continuano a non essere tutelati' lamenta Mason.

Secondo le stime della Cgia, quest'anno il gettito fiscale totale versato dagli italiani allo Stato sarà di 723,6 miliardi di euro: 249 da imprese e cittadini che pagheranno le imposte dirette (Irpef, Ires, Irap in primis), 247,1 da imposte indirette (Iva, accise), 224,5 da contributi sociali e i restanti 2,9 miliardi da imposte sul capitale (successioni, donazioni e altre).