Al senato i parlamentari sono in lotta tra voti contrari e voti favorevoli. La riforma pensionistica riguardo ai vitalizi d’oro, di cui da mesi se ne parla, a breve sarà votata al senato.

Cos’è il vitalizio d’oro?

Il vitalizio è l’assegno pensionistico che spetta a tutti i parlamentari che abbiamo compiuto 65 anni di età e abbiano esercitato il loro mandato per almeno 5 anni. Inoltre, per ogni anno di lavoro in più alla camera, il deputato, senatore o parlamentare avrà diritto ad andare in pensione un anno prima del previsto, con un limite di 60 anni.

Naturalmente per ottenere l’assegno pensionistico gli onorevoli versano un contributo dell’8,8% dell’indennità lorda, cioè circa 920 euro al mese.

La riforma Dini

Nel 1995 venne presentato il nuovo metodo pensionistico per tutti i lavoratori insieme alla realizzazione della riforma previdenziale. La legge, chiamata riforma Dini, unificò la pensione di vecchiaia con la pensione di anzianità facendo in modo che i lavoratori versassero una quota contributiva. Raggiunti poi i requisiti d’età si poteva inoltrare la domanda per la pensione. Per i politici il calcolo venne diversificato rispetto agli altri cittadini italiani.

In seguito, nel 2012, fu introdotta la legge Fornero riguardante le Pensioni.

Tale legge inseriva, per accedere alla pensione, l’aumento dell’età pensionabile di media ogni due anni. Ricordiamo che il prossimo aumento dovrebbe essere nel 2019. Questo metodo serviva per controllare le uscite degli assegni pensionistici erogati dall’Inps.

La proposta al parlamento

Negli ultimi mesi la discussione sulle modifiche da apportare alla legge Fornero sulle pensioni ha fatto molto discutere.

L’esperimento con l’Ape e la Quota 41 ha messo d’accordo sia i sindacati che il Governo, ma ora è necessario modificare la pensione ai politici che sono troppo alte.

Il primo punto caldo della questione è quello di abolire la forma di vitalizio agli ex parlamentari, ricalcolandola in base ai contributi versati. Il secondo riguarda cambiare il calcolo iniquo delle pensioni dei politici adeguandole a quelle dei lavoratori italiani.

Le perplessità lanciate da alcuni esponenti del Pd sviliscono la riforma ammettendo che il provvedimento va contro la costituzione e i diritti maturati negli anni.

La decurtazione

Il ricalcolo dei vitalizi d’oro andrebbe a decurtare gli assegni dei parlamentari già in pensione. In questo caso l’ex parlamentare Enzo Raisi fa sentire la sua voce ammettendo che in seguito a 20 anni di contributi versati, di cui 15 anni deputato alla camera, trova ingiusto vedersi dimezzare l’assegno pensionistico.

Nonostante le repliche di alcuni deputati il senato è pronto a votare per il sì.

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