Non smette di suscitare polemiche e riprovazione sociale il dibattito sul vitalizio che i parlamentari attualmente in carica dovrebbero percepire se la legislatura dovesse durare almeno fino a settembre 2017. In caso di voto anticipato, nessun rappresentante del M5S (tutti alla prima esperienza) riuscirebbe ad ottenere l’assegno. Discorso diverso per molti di quei politici della casta che nelle aule parlamentari stazionano da più di un lustro. A mettere in fila i numeri del vitalizio d’oro che spetterebbe loro, ci hanno pensato Primo Di Nicola, Antonio Pitoni e Giorgio Velardi, autori di un libro scritto a sei mani dal titolo orgoglio e vitalizio, disponibile nelle edicole da giovedì prossimo, 9 febbraio.

La lista dei sicuri beneficiari del lauto emolumento è lunga, copre tutto l’arco costituzionale (centrodestra e centrosinistra) e, soprattutto, ricca di nomi di peso. Vediamo quali.

Da Bersani a Bindi, tutti i ‘garantiti’ del Pd

Nella speciale classifica dei ‘paperoni del vitalizio’ spicca sicuramente il Partito Democratico. Rosy Bindi, attuale presidente della commissione parlamentare Antimafia, si porterà a casa 6.469 euro lordi per le cinque legislature remunerate con il vecchio sistema retributivo, più 1200 euro relativi all’ultima tornata, per un totale di 7.500 euro. Anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, toccherà la quota di circa 5.500 euro, frutto della somma dei ‘vecchi’ 4.280 euro con i 1200 della legislatura in corso.

Fuori quota Pier Luigi Bersani il quale, ai 5.500 euro dovutigli perché parlamentare dal 2001, dovrebbe aggiungere il vitalizio di 4.423 euro da consigliere della Regione Emilia Romagna. Ma la record woman del vitalizio Pd resta, senza dubbio, Anna Finocchiaro: oltre 9.000 euro frutto di otto legislature. Non se la passerà male nemmeno Dario Franceschini con i suoi 5.500 euro dopo quasi vent’anni trascorsi assiso sugli scranni parlamentari.

Poco più in basso si attesta il trio formato da Andrea Orlando, Gianni Cuperlo e Marianna Madia, con circa 3.900 euro di vitalizio assicurato.

Il centrodestra non è da meno

Se si passa ad esaminare la parte opposta dell’emiciclo parlamentare, il risultato non cambia di molto. Giorgia Meloni, leader di Fd’I e nota per i suoi sermoni contro il vitalizio d’oro, riuscirà a mettersi in tasca ‘solo’ 3.900 euro (sempre lordi).

Cento euro meno di lei, quindi 3.800, per la ministra della Salute Beatrice Lorenzin di Ncd e per il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta. Si sale a 5.500 euro con Angelino Alfano, l’inamovibile ministro (ora agli Esteri), prima delfino berlusconiano ‘senza quid’ e ora capo della sulfurea area centrista.

Campo a cui appartiene anche il leader di Ala, Denis Verdini, destinatario di una pensioncina di appena 5.400 euro. Sempre al centro, ma con vitalizio più alto, gli onorevoli di lunghissimo corso Fabrizio Cicchitto e Carlo Giovanardi che si godranno 8.200 euro lordi a testa. Stessa cifra destinata al fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi, e ad un altro leghista di successo, Roberto Calderoli.