L’Inps dichiara che le istanze giunte, per le pensioni dei lavoratori precoci e disoccupati, hanno superato di gran lunga le aspettative. Le domande accettate, che rientrano nella giusta documentazione di legge, sono ben oltre le 66.000. Il tetto massimo di Fondi, messi a disposizione dallo Stato, potrebbe non riuscire a soddisfare tutti. Per questo, ad ottobre 2017, partirà la graduatoria per le domande ritenute non urgenti. La modifica alla legge Fornero, nonostante sia sperimentale, dimostra la necessità dei lavoratori di andare in pensione prima.

L’enorme affluenza, palesata dal boom di richieste, ha evidenziato un problema crescente nel mondo del lavoro e del precariato. Ora i sindacati, Cgil, Uil e Csl, chiedono un ulteriore sforzo al governo per l’Ape e la quota 41.

Il prossimo incontro tra Governo e sindacati

La proposta per l’anno prossimo, da far rientrare nel bilancio 2018, richiede una particolare attenzione per agevolare le donne e disoccupati. L’uscita anticipata a 63 anni, in questo esperimento, ha permesso di notare un riscontro favorevole da parte dei lavoratori. Una nota positiva di cui i sindacati si dichiarano soddisfatti, ma che si scontra con il problema dell’aumento dell’età pensionistica nel 2019. Nel prossimo incontro, tra Governo e sindacati, in data 27 luglio si dovrà intervenire tempestivamente per congelare l’aumento a 67 anni e discutere sulla pensione “garanzia giovani”.

Rafforzare le modifiche

Secondo i sindacati e il ministro Poletti la legge Fornero dovrebbe essere abrogata e studiarne una nuova. Le modifiche, attualmente in via sperimentale, stanno portando un grado di soddisfazione sia ai lavoratori che allo stesso Inps. Ovviamente questa manovra ha un costo iniziale che potrebbe essere ammortizzato nei prossimi anni.

In base a questi dati di fatto, i sindacati, ora chiedono il blocco dell’aumento dell’età pensionabile per il 2019. Tale modifica aiuterebbe i lavoratori che a breve dovrebbero accedere alla pensione, ma soprattutto non penalizzerebbero i giovani. Su questo punto il Governo non accetta passivamente e propone una “garanzia giovani” per i Millennials, cioè coloro nati negli anni 80.

Per questi lavoratori, la legge Fornero, li taglierebbe completamente fuori dal piano pensionistico se non si cerca una soluzione ora.

La pensione per i giovani

Il piano proposto, denominato “Garanzia Giovani”, mira a integrare i giovani con bonus e anni contributivi che partirebbero dagli anni degli studi universitari. Si pianifica un regime contributivo minimo, cioè almeno di 20 anni, e sarebbe a totale carico dello Stato. Tale metodo interesserebbe i lavoratori con carriere discontinue e part time. L’assegno pensionistico, con questo regime, si aggira intorno ai 650 € fino ad un massimo di 1.000 €. Essendo un piano pensionistico “paracadute”, il Governo, ha deciso che la somma limite da erogare, riguardo a questa proposta, è di 1.000 €.

Il punto da rafforzare, secondo il ministro del lavoro Giuliano Poletti, è quello delle pensioni unite alla spesa previdenziale. L’incontro mira a determinare i punti positivi dell’esperimento della pensione anticipata, Ape e Quota 41, ma farli divenire fissi nei prossimi anni. Questa potrebbe essere una soluzione per modificare definitivamente la legge Fornero. Per seguire l’Evolversi dell’inchiesta premi Segui in alto vicino al titolo.