In un'intervista rilasciata a Repubblica da Ernesto Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate, si è anticipato un importante cambiamento in materia della dichiarazione dei redditi. Nel giro di 5 anni, infatti, verrà eliminato in maniera definitiva il 730.
Ruffini comunica l'abolizione del 730
La dichiarazione precompilata è andata solamente a costituire uno step per il passaggio definitivo ad una nuova era nel campo della dichiarazione dei redditi. Oggi, il direttore dell'Agenzia delle Entrate ha comunicato a Repubblica che entro 5 anni verrà eliminato il 730, cercando così di diminuire le tempistiche per l'elaborazione dei dati.
Alla base della svolta ci sarebbe il fatto che attualmente il fisco è già in possesso di numerosi dati sugli utenti e, per questo motivo, sarebbe inutile richiederli nuovamente ad ogni dichiarazione. Al contrario, col nuovo sistema, il cittadino diventerà un controllore, andando solamente a svolgere un'azione di conferma di quanto stabilito dall'ente.
Troppe tasse, l'aiuto ai contribuenti
Accanto alla manovra volta ad abolire la compilazione del 730 c'è la volontà di aiutare i cittadini nel corrispondere quanto dovuto alle casse dell'Erario e, in maniera speculare, di riottenere ciò che invece è stato conferito in maniera errata. Proprio per questo motivo, il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini ha proposto un sistema di rimborso che prevede anche la corresponsione degli interessi, in caso di versamenti erronei dei contribuenti.
I numeri li si possono riscontrare già ad oggi, essendo stati già restituito 10 miliardi di euro di IVA e 2 miliardi di imposte sul reddito.
La possibile ritorsione dell'abolizione del 730
Se da un lato la mossa strategica di abolire la dichiarazione dei redditi potrebbe avere successo, dall'altro ci sarebbe da considerare il possibile effetto boomerang che potrebbe avere sui contribuenti.
Nello specifico, l'eliminazione del 730 potrebbe non avere efficacia, visto l'elevato tasso di cittadini evasori, che potrebbero continuare a non versare quanto dovuto alle casse dell'Erario. A tal proposito, il tributarista Ernesto Ruffini ha riportato una percentuale: ad oggi il 53% degli italiani ha un debito nei confronti dell'Agenzia delle Entrate inferiore a 1000 euro.
Grazie ad un'attenta analisi del profilo di rischio dei cittadini, si potrà poi decidere in che maniera procedere, dopo aver compreso qual è il settore in cui si registra maggiormente il fenomeno dell'evasione.
Le tasse come una possibilità per concretizzare i diritti
La concezione pubblica sulle tasse e soprattutto sulle lettere aventi come mittente l'Agenzia delle Entrate è sempre piuttosto negativa, ma Ernesto Ruffini ha invitato la cittadinanza a cambiare il proprio punto di vista sulle tasse. Queste, infatti, possono costituire una vera e propria possibilità per i cittadini contribuenti di poter concretizzare i propri diritti, come quello allo studio, alla salute e ai servizi. Non a caso, un'altra mossa legata all'abolizione del 730 sarà quella di cambiare l'impostazione delle comunicazioni scritte: in Equitalia sono stati istituiti dei gruppi di cittadini con lo scopo di andare ad esaminare tutte le lettere, così da riscriverle in una forma più comprensibile ed accessibile a tutti.