Risalgono al 2011 le cosiddette clausole di salvaguardia, che consentiranno al Governo di mettere in atto un aumento dell'Iva al 25%, per quel che concerne quella ordinaria, e al 13%, per quella agevolata. L'azione potrebbe essere concretizzata con l'approvazione della Legge di Bilancio 2018, entrando dunque in vigore a partire dall'anno successivo. Come accade quasi sempre, saranno i consumatori a risentirne maggiormente, per via del fatto che il costo della vita tenderà ad aumentare a vista d'occhio e in maniera piuttosto incidente. Scongiurato per ben due volte l'aumento nel biennio passato, sembrerebbe che le condizioni economiche in cui naviga l'Italia da tempo non lascerebbero scampo ad un emendamento di questo tipo, che sicuramente sarà mal visto dai cittadini.

L'Iva al 25% e al 13%: chi autorizza l'aumento

La minaccia che l'Iva possa aumentare giungendo fino al 25% è sfortunatamente dietro l'angolo e ciò può essere tranquillamente attuato per via dell'esistenza delle cosiddette clausole di salvaguardia, risalenti al 2011, quando al potere c'era Silvio Berlusconi. Si tratta di particolari concessioni in favore del Governo, il quale, nei periodi di difficoltà economica, può modificare la politica fiscale così da far pervenire nelle casse statali le risorse che mancano. Proprio per tale motivo, vi è la possibilità di un aumento di ben 3 punti percentuali per l'Iva ordinaria e di quella agevolata, il quale consentirà allo Stato di ottenere i flussi in entrata mancanti per attuare gli obiettivi prefissati: in effetti, per il 2019 è stata stimata una necessità economica pari a 12,4 miliardi di euro, mentre quella per l'anno 2020 è stata fissata a 19,2 miliardi.

I beni coinvolti nell'aumento dell'Iva al 25% e al 13%

Quanto si potrebbe prospettare per gli anni a venire, andrà a colpire maggiormente i consumatori che non possono scaricare l'imposta sul valore aggiunto. Con l'aumento dell'Iva al 25%, infatti, molti beni di consumo di uso quotidiano subiranno un incremento dei prezzi che potrebbe incidere in maniera determinante sul menage famigliare.

Si pensi, ad esempio, a tutti quei prodotti tassati attualmente al 22% (capi di abbigliamento, articoli di cartoleria, prodotti per l'igiene personale, ecc...): sono tutti beni che vengono utilizzati con una certa costanza e che devono essere periodicamente rimpiazzati. Allo stesso modo anche l'Iva agevolata, la quale potrebbe essere soggetta ad un aumento che la porterà dal 10 al 13%, riguarda una grande varietà di beni di consumo quotidiano e, nello specifico, comprende prodotti alimentari (pesce, carne, verdura, frutta, latticini, prodotti da forno, ecc...), metano e persino l'energia elettrica ad utilizzo domestico. Un aumento dell'Iva porterà dunque ad un sostanziale incremento delle spese che graverà inevitabilmente sui consumatori.