Il fisco non perdona e di fronte alla Corte di Cassazione c’è finito persino il commercialista che curava gli affari di un cliente che si era inventato dei crediti in compensazione da fatture inesistenti. Il professionista non è riuscito a dimostrare la sua buona fede e soprattutto la sua estraneità ai fatti, dal momento che i modelli f24 con crediti in compensazione li versava proprio lui. Il titolare della società, usando fatture inventate, si è fatto versare dallo Stato crediti Iva per operazioni che non sono state mai fatte. I giudici hanno avuto il pugno di ferro con il commercialista che ha tentato invano di dichiararsi estraneo ai fatti, considerando non solo il concorso di colpa, ma anche il dolo, dal momento che ha usato le proprie conoscenze tecniche architettando la truffa, facendo ricevere al proprio cliente crediti da F24 che non gli erano dovuti.

Crediti inventati per frodare il Fisco

In sede di giudizio è stato impossibile per il commercialista riuscire a dimostrare la propria estraneità ai fatti, anche perché tenendo la contabilità dell’azienda era perfettamente a conoscenza di tutti i crediti in entrata e in uscita e dell’utilizzo del denaro. Oltretutto era lui stesso che compilava e trasmetteva i modelli F24 e dunque è stato considerato addirittura l’ispiratore di reati fiscali, sebbene sia stato solamente il suo cliente a beneficiare delle somme percepite illegalmente. La corte di cassazione ha applicato anche le condizioni aggravanti, perché il fatto si è ripetuto molte volte ed il commercialista è un intermediario finanziario abilitato.

Il commercialista è responsabile del reato tributario quanto il cliente

Non sempre in caso di reati contro il Fisco i consulenti sono responsabili della condotta illegale dei propri clienti, tuttavia è molto difficile che riescano a dimostrare la loro mancata conoscenza degli stessi. In questo caso in particolare tutta la contabilità era affidata al commercialista in questione, pertanto, oltre ad essere stato accusato di essere l’artefice del raggiro, ha predisposto i modelli per poter evadere il fisco, ovvero compilato indebitamente gli F24 e lo ha fatto ripetutamente nel tempo.

Il dispositivo dell’articolo 81 del codice penale punisce chi ripete più volte lo stesso reato anche in tempi diversi e la pena non può essere ’inferiore ad un terzo della pena stabilita per il reato più grave’’.