In un anno una famiglia media italiana, a partire da oggi, 2 luglio 2018, spenderà 24 euro in più per le bollette di luce e gas. Potrebbe sembrare un aumento contenuto. E, in termini assoluti, effettivamente lo è. Ma se si considera che è l'ennesimo rialzo e che tra un anno si entrerà, definitivamente, nel mercato libero delle forniture energetiche, per alcuni si tratta di una vera e propria stangata.

Gli aumenti annunciati

Secondo quanto comunicato direttamente dall'Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), gli utenti del mercato tutelato subiranno un incremento del 6,5% per quanto riguarda l'energia elettrica e di ben l'8,2% per quanto riguarda il gas naturale.

L'Arera, poi, precisa che, dato il periodo estivo, l'impatto sulle utenze domestiche, in particolare per il gas naturale, dovrebbe essere percepito meno. L'aumento attuale, poi, risulta essere in forte controtendenza rispetto solo a tre mesi fa. Infatti, a marzo i prezzi di luce e gas stabiliti dalla suddetta Autorità per gli utenti in Maggior Tutela avevano subito un decremento, rispettivamente, dell'8% per l'elettricità e di circa il 5,7% per il gas naturale. Cosa che ha spinto molti ad interrogarsi circa le motivazioni che stanno dietro a questo ennesimo aumento delle nostre bollette.

Le motivazioni degli aumenti

Come accennato, secondo le stime dall'Arera, gli attuali aumenti tariffari dovrebbero tradursi in un incremento di spesa annua di circa 24 euro a nucleo familiare.

L'Arera giustifica tali aumenti con le crescenti tensioni internazionali che avrebbero contribuito a far lievitare il prezzo del Petrolio di ben il 57% in un anno e di circa il 9% solo nel mese di maggio 2018.

Diverse associazioni a tutela dei consumatori, comunque, contestano tali stime. E sostengono che gli aumenti tariffari non sarebbero giustificabili solo con l'aumento del prezzo del petrolio.

Secondo uno studio di "Federconsumatori", infatti, l'Arera basa le sue stime sui consumi medi di una famiglia tipo e tenendo in considerazione l'anno scorrevole, cioè dal 30 settembre al 31 ottobre. Se si tiene, invece, in considerazione l'anno solare, l'incremento di spesa per una famiglia media è, purtroppo, più alto. Si tratta di circa 117 euro annui.

Altri, invece, come Davide Tabarelli di "Nomisma Energia", sono dell'opinione che tali rincari fossero inevitabili. Questo perché i prezzi di riferimento dell'Arera sono calibrati in base alle quotazioni della borsa elettrica che, in quanto tale, è soggetta ad oscillazioni e a speculazioni più o meno accentuate durante i vari periodo dell'anno.

Inoltre, come spiega a "Repubblica" l'esperto di mercato energetico e blogger Enrico Beltrame, dato che le stime dall'Arera prendono in considerazione una famiglia tipo, questo vuol dire che altre categorie di consumatori pagano, in media, di più. Beltrame fa l'esempio di un pensionato che vive solo. Questi, avendo una quota energia bassa e gli stessi oneri di sistema, paga in effetti il doppio.

Per Beltrame la ragione di queste manovre sui prezzi del mercato tutelato sarebbe quella di indurre gli italiani a passare al mercato libero quanto prima. Infatti, il messaggio che si cerca di veicolare è che chi rimane nel mercato tutelato non è comunque protetto dai rincari. Opinione condivisa anche da Marco Vignola dell'Unione Nazionale Consumatori.

D'altra parte, circa 20 milioni di consumatori non hanno mai cambiato il proprio fornitore di energia elettrica e gas negli ultimi 20 anni. Si tratta, soprattutto, di anziani e pensionati che troveranno molte difficoltà ad adattarsi al mercato libero. Secondo Davide Tabarelli sarebbe opportuno, forse, trovare il modo di creare un meccanismo che salvaguardi questi soggetti oggettivamente più deboli dalle oscillazioni del mercato. Vedremo se il Governo deciderà di posticipare ulteriormente l'avvio del mercato libero, fissato come sappiamo a luglio 2019, o se si predisporranno altri tipi di correttivi.