Detrazioni mutui e spese sanitarie a rischio. Comincia a delinearsi il reale costo per le famiglie della percentuale deficit-pil al 2,4% che il governo Conte ha deciso di prendere come riferimento per il varo della prossima Legge di Bilancio. Per finanziare le spese necessarie all’attuazione delle misure promesse quali il reddito di cittadinanza, la quota 100 per le pensioni e la flat tax, è infatti necessario reperire almeno 13 miliardi di euro, parte dei quali potrebbero arrivare dall’ipotesi, allo studio dei tecnici, di un taglio ad alcune delle 466 detrazioni fiscali che costano allo Stato circa 54 miliardi l’anno.

Tra queste, anche quelle che risultano essere le agevolazioni più richieste quali quella sulla detrazione degli interessi sui mutui e delle spese sanitarie, il cui taglio rappresenterebbe una vera e propria stangata per le famiglie.

Allo studio un taglio alle detrazioni di mutui, spese sanitarie ed altro: quanto costerà alle famiglie

Secondo quanto riportato dai maggiori quotidiani, sarebbe allo studio un taglio del dieci per cento sulle detrazioni fiscali in vigore per alcune spese, come quelle sui mutui e sulle spese sanitarie. Se questa ipotesi dovesse prendere corpo nel testo della Legge di Bilancio che il governo si appresta a varare, tali detrazioni potrebbero passare dall’attuale 19% al 17%, comportando per le famiglie una riduzione del risparmio fiscale di cui hanno fino ad ora goduto.

La platea di potenziali interessati ai tagli è piuttosto ampia se si considera, infatti, che solo per quanto riguarda gli interessi sui mutui per la prima casa sono circa 3 milioni e 800 mila i contribuenti che possono detrarre dalla dichiarazione dei redditi fino a 4.000 euro di interessi passivi l’anno, con un risparmio medio calcolato in circa 296 euro annui.

Analogo calcolo può essere fatto per da detrazione delle spese sanitarie, dalle visite mediche all’acquisto di farmaci, le cui detrazioni al 19%, considerando la franchigia di 129 euro ed una spesa media di 600 euro, consente un risparmio sulle Tasse di circa 90 euro l’anno.

Prese singolarmente, non si tratta di grosse cifre, ma se sommate, e considerando che ulteriori tagli potrebbero colpire le detrazioni delle tasse universitarie, delle spese funerarie, degli asili nido ed altro, ecco che si verificherebbe il paradosso che una manovra pensata per redistribuire ricchezza verso le classi meno abbienti, potrebbe essere in parte vanificata dalla stangata sulle famiglie necessaria a finanziarla.

Taglio detrazioni colpisce i redditi medio bassi: la studio della Uil

E’ proprio questo il rischio paventato da una analisi del Servizio politiche fiscali della Uil e presentato dal segretario confederale Domenico Proietti. Secondo i dati riportati nello studio, infatti, il maggior gettito che lo Stato potrebbe ricavare da un taglio lineare delle detrazioni fiscali andrebbe a gravare per il 70% sulle famiglie che possono contare su un reddito fino a 35.000 euro lordi annui. Si parla quindi proprio di quei “redditi medio bassi” che la manovra del governo Lega-5 Stelle si propone di sostenere.