L'obbligo di fatturazione elettronica scatterà tra meno di due settimane e, ora, arriva un ulteriore paletto da parte del Garante della Privacy. Allo scopo, infatti, di limitare qualunque tipo di danno alla privacy dei contribuenti, Il Garante ha stabilito che l'Agenzia delle Entrate non potrà archiviare automaticamente tutti i dati derivanti dal ricevimento della documentazione elettronica. L'amministrazione finanziaria potrà archiviare in uno specifico server solo quei dati per i quali riceverà una espressa richiesta dal contribuente stesso o dal professionista abilitato che lo segue.

Le richieste del Garante della Privacy

L'Autorità di garanzia dei dati personali ha dettagliato le sue richieste nel provvedimento n° 9069072 del 20 dicembre 2018 ha, innazitutto, preso atto delle modifiche effettuate all'impianto originario della fatturazione elettronica, sia da parte del Governo M5S - Lega che da parte della stessa Agenzia delle Entrate. Di conseguenza, con le disposizioni contenute in quest'ultimo provvedimento il Garante ha individuato i presupposti e le condizioni perché dal prossimo 1 gennaio 2019 l'amministrazione finanziaria possa avviare i trattamenti di dati connessi al nuovo obbligo. Ulteriore conseguenza di quest'ultimo provvedimento dell'Autorità garante dei dati personali è che viene meno la possibilità di qualunque ulteriore rinvio della partenza della fattura elettronica, come avevano auspicato in tanti soprattutto tra la categoria dei commercialisti e degli altri professionisti del settore fiscale.

Nello specifico l'Agenzia delle entrate non potrà assolutamente archiviare tutte le informazioni di dettaglio contenute nelle fatture elettroniche che riceverà da contribuenti e professionisti attraverso il Sistema di Interscambio. Basti pensare che, come evidenzia il sito dell'Autorità garante della privacy, solo nel 2017 le fatture arrivate all'amministrazione finanziaria sono state circa 2,1 miliardi.

Si comprendono subito, quindi, i notevoli rischi di violazione della riservatezza derivati dalla gestione di una simile mole di dati. Per questo il Garante specifica che potranno essere conservati dall'Agenzia delle Entrate solo i dati fiscali dei contribuenti necessari ai controlli incrociati automatizzati. Il Garante ribadisce anche che le prestazioni sanitarie sono totalmente esentate dall'obbligo di fattura elettronica. Infine, viene specificato, come accennato sopra, che l'Agenzia delle Entrate potrà archiviare le fatture solo su richiesta dei contribuenti che avranno necessità di consultarle.

In pratica, viene richiesto all'amministrazione finanziaria di ridurre al minimo la quantità necessaria di dati raccolti. Tanto è vero che non potranno assolutamente essere archiviati, nemmeno in modalità temporanea, dati relativi ad acquisti di beni o servizi da parte dei contribuenti. Inoltre, viene precisato che, ulteriori servizi di consultazione delle fatture elettroniche potranno essere forniti dall'Agenzia delle Entrate solo su richiesta del contribuente e dietro specifici accordi che dovranno, comunque, essere valutati anche dal Garante stesso. infine si richiede che entro il prossimo 15 aprile 2019 l'amministrazione finanziaria svolga una ulteriore valutazione d'impatto della misura che il Garante si riserva di esaminare al fine di ridiscutere, eventualmente, i termini attuali.

Le istanze delle categorie interessate

D'altra parte, molti sia tra la categoria degli imprenditori che dei professionisti speravano, e sperano ancora, che sia concessa se non un proroga dell'avvio (ormai altamente improbabile) almeno un allungamento del periodo di moratoria delle sanzioni. Quest'ultimo, infatti, è stato indicato dal Governo M5S - Lega nei primi 6 mesi del 2019. In particolare gli imprenditori chiedono che tale periodo sia esteso a tutto il prossimo anno. Infatti, come fa notare Maurizio Grosso, Consigliere delegato all'innovazione dell'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili sentito da "La Repubblica", la non applicazione delle sanzioni non esime dall'obbligo di adempimento, si rischierebbe comunque il caos. E Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti, ricorda che il Vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio martedì 18 dicembre aveva confermato il suo impegno per allungare la moratoria delle sanzioni a tutto il 2019. Ed anche la Fondazione Consulenti del Lavoro, con il suo Presidente Rosario De Luca, spinge per un ampliamento della moratoria a tutto l'anno venturo. Anche perché, ribadisce, occorre tenere conto della realtà italiana dove operano moltissime piccole e piccolissime imprese che non usufruiscono della banda larga.