L'introduzione dell'obbligo generalizzato di fatturazione elettronica ha sollevato una ridda di polemiche e di dubbi interpretativi e pratici che, probabilmente, potranno essere fugati definitivamente solamente nel momento in cui l'Agenzia delle Entrate deciderà di pubblicare una Circolare esplicativa contenente tutte le indicazioni utili ai vari operatori, siano essi imprenditori, liberi professionisti o semplici clienti - consumatori. Nel frattempo si susseguono diverse comunicazioni di chiarimento come sulla questione del rapporto tra Fattura elettronica e scontrino fiscale.

Anche perché, in attesa di un testo chiarificatore definitivo, sta prendendo piede la prassi (non certo corretta almeno da un punto di vista deontologico) di far pagare un "quantum" variabile al cliente finale per l'emissione della fattura elettronica.

Abolito il formato analogico

Il 16 gennaio 2019 la Pubblica Amministrazione finanziaria ha emesso la Risposta n°7 relativa al formato da utilizzare nel caso di Fatture precedute da scontrino fiscale. In pratica, veniva chiesto all'Agenzia delle Entrate se la fattura emessa a richiesta del cliente finale dovesse essere esclusivamente elettronica.

L'amministrazione finanziaria ha chiarito che l'articolo 22 del Decreto Iva prevede che l'emissione della fattura non è obbligatoria se non viene richiesta espressamente dal cliente entro il momento di effettuazione della prestazione.

Per quanto riguarda la necessità, da parte del commerciante, di documentare i corrispettivi ricevuti, tale obbligo può essere espletato attraverso l'emissione o dello scontrino fiscale o della ricevuta fiscale.

D'altra parte, la Pubblica Amministrazione finanziaria ha precisato che nei casi in cui l'emissione della fattura è obbligatoria, quest'ultima svolge una funzione sostitutiva totale rispetto allo scontrino e alla ricevuta fiscale, come indicato normativamente dall'articolo 21, comma 1, del Decreto Iva.

Ma questo, viene ribadito, solo nel caso che la fattura sia emessa contestualmente alla consegna del bene o alla prestazione del servizio. Anche perché senza questo adempimento non sarebbe possibile operare alcun controllo. Per quanto riguarda, invece, il caso della fatturazione differita potranno utilizzarsi sia lo scontrino fiscale integrato che la ricevuta fiscale integrata. I relativi corrispettivi potranno essere tenuti distinti all'interno del registro dei corrispettivi ai fini della loro esclusione dalle liquidazioni periodiche Iva.

Tutto ciò premesso, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che l'obbligo di fattura elettronica in vigore dal 1 gennaio 2019 non ha introdotto nell'ordinamento fiscale una nuova categoria di fattura. Di conseguenza, quanto detto sopra rimane pienamente valido ed in vigore. Di conseguenza, conclude l'Agenzia, tenuto conto dei casi di esonero dall'obbligo di fatturazione elettronica, si deve concludere che a partire dal 1 gennaio 2019 il formato analogico per le cosiddette "fatture con scontrino" non debba più essere utilizzato.

Una prassi non proprio regolare

Vista la necessità, quasi quotidiana, di chiarimenti da parte dell'Agenzia delle Entrate sulla fattura elettronica molti esercizi commerciali soprattutto del Nord - Est, in particolare i benzinai, starebbero cercando di far fronte a questo adempimento scaricando il costo sul cliente - consumatore finale. Trasformando, di fatto, la fattura elettronica in una vera e propria tassa. Secondo quanto riferito dal quotidiano milanese "Il Giornale" diversi distributori di carburante espongono dei cartelli, spesso fatti a mano, con cui si chiedono dai 50 centesimi fino ai 2 euro se il cliente pretende la fattura elettronica. Ma questo tipo di prassi, quantomeno irrituale, non è esclusiva del piccoli commercianti. A quanto riferisce sempre "Il Giornale" anche i professionisti si sarebbero adeguati. Con alcuni Commercialisti e ragionieri che arriverebbero a chiedere anche fino a 100 euro per la compilazione e l'emissione di una fattura elettronica. Ovviamente, sono fioccate le lamentele da ogni parte. Ma questo "modus operandi" testimonia il fatto che, ad oggi, la fattura elettronica sia percepita esclusivamente come un costo aggiuntivo e una perdita di tempo da parte di molti operatori.