L’Inps ha bloccato la cancellazione dei debiti contributivi fino a 1000 euro per le cartelle. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente dell’Istituto, Tito Boeri, nel corso di un’audizione in commissione Lavoro al Senato sul decreto fiscale che prevede il saldo e lo stralcio delle cartelle di pagamento emesse dal 2000 al 2010 e il condono totale di quelle entro, appunto, i 1000 euro. Il blocco è dovuto ad una divergenza sull’inclusione delle sanzioni civili nell’importo, dovuta secondo l’Inps e da escludere secondo l’interpretazione del Ministero dell’Economia.
Mini rottamazione cartelle, l’Inps blocca la cancellazione fino a 1000 euro
Partenza ad ostacoli per la mini rottamazione delle cartelle inserita nella legge di Bilancio con il decreto sulla ‘pace fiscale e contributiva’. L’Inps ha infatti bloccato la cancellazione dei debiti contributivi fino a 1000 euro in quanto, secondo il presidente Boeri, nel conteggiare il limite dei 1000 euro entro il quale si dovrebbe applicare la cancellazione totale del debito, bisogna considerare anche le sanzioni civili maturate dall’affidamento del credito all’agente di riscossione fino al 24 ottobre 2018, data di entrata in vigore del decreto.
Escludere le sanzioni, come nella versione del Mef, vorrebbe dire, secondo Boeri, allargare ulteriormente la ‘forbice fra pensioni erogate e pensioni pagate dai contributi versati’.
Semplificando il concetto espresso dal presidente dell’Inps, si può dire che da un lato vengono condonati i contributi non versati dai datori di lavoro, ma dall’altro le pensioni dovranno essere pagate ugualmente come se questi contributi fossero stati regolarmente versati. Una eventualità che potrebbe mettere a rischio i conti dell’Inps.
A dirimere la controversia, Boeri chiama il Ministero del Lavoro, dal quale attende una interpretazione della norma prima di procedere alla cancellazione dei debiti contributivi entro i 1000 euro.
Secondo Boeri, saldo e stralcio delle cartelle premia gli evasori
Nel corso della stessa audizione, Boeri ha parlato del provvedimento di saldo e stralcio delle cartelle nel suo complesso, esprimendo un parere decisamente critico.
Il meccanismo di consentire di regolarizzare la propria posizione pagando aliquote variabili tra il 16 e il 35% sul dovuto in base all’Isee, senza sanzioni né more, contiene, secondo il presidente dell’Inp,s un grave stortura di base in quanto, agevolando il pagamento di chi ha un reddito Isee basso, favorisce proprio chi ha omesso di dichiarare dei redditi. L’Isee, infatti, viene calcolato sulla base della Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) determinata, a sua volta, dalle dichiarazioni fiscali precedenti. In sostanza, chi omette di dichiarare un reddito, non dovrà dichiararlo nemmeno nell’Isee che, di conseguenza, risulterà più basso, consentendo così all’evasore di ‘sanare’ il proprio debito a condizioni ancora più agevolate.
Per ridurre gli effetti negativi sulla raccolta contributiva di tali norme bisognerebbe, conclude Boeri, rafforzare il contrasto all’evasione fiscale, attività che, al momento, risulta essere afflitta da molte criticità.