Che internet sia parte della vita quotidiana è un dato di fatto, sulla rete ormai è possibile effettuare la maggior parte delle operazioni, in modo semplice e veloce. Dal pagamento della bolletta, alla prenotazione dei viaggi fino alla gestione del conto corrente. A facilitare gli acquisti online la diffusione di tablet e smartphone, una passione che ha travolto gli italiani e che non sembra conoscere crisi. Il fenomeno è confermato dall’ultima un’indagine condotta dal Censis, che ha scattato una fotografia sul rapporto che gli italiani hanno con il mondo digitale.

Secondo lo studio, il 62% della popolazione naviga ogni giorno su internet, mentre cresce il numero di coloro che comunicano con la banca online, dal 17% del 2011 al 20% del 2011. Le operazioni, in continua crescita, sono accompagnate da misure di sicurezza che proteggono gli utenti nel pagamento online da truffe e furti che, nonostante i controlli, sono ancora molto diffuse.

Recente è il caso di un risparmiatore di Roma, al quale è arrivato un sms dalla propria banca, che lo avvertiva di un prelievo di tremila euro non autorizzato.  L’associato, dopo aver ricevuto il messaggio dal proprio istituto di credito, ha disconosciuto l’operazione oltre a lamentarsi della tardiva ricezione della comunicazione e della scarsa efficienza dei servizi di sicurezza forniti da Webank.

Sostenuto da Confconsumatori, in particolare dall’avvocato Barbara d’Agostino, che si è rivolta all’Arbitro Bancario Finanziario. Dopo la denuncia, il risparmiatore ha ottenuto il rimborso di 3.900 euro.

"Quella dell’Arbitro Bancario Finanziario è una decisione molto importante perché riconosce che il pericolo di frodi informatiche è un problema ormai noto”.

Queste le parole dell’avv. D’Agostino, la quale ha sottolineato che dovrebbe essere obbligo degli intermediari adeguare gli standard esistenti, per rendere più sicure le transazioni online dagli attacchi di pirateria informatica.