Siamo da tempo a cospetto di un vero e proprio "braccio di ferro" tra datori di lavoroda un lato e dipendenti dall'altro, oltre che in presenza di un vero tormentone:ma l'utilizzo dei social networkrappresenta un bene o un male?

Un gruppo di studio dell'Università di Oxford ci ha detto che usare Facebook, Twitter, in pratica i social network, può far male addirittura alcervello. In seguito è arrivato uno studio australiano dell'Università di Melbourne che sostenevache l'utilizzo di Twitter e degli altri durante le ore di lavoro migliorasse laproduttività stessa del lavoratore.

Ma alla fine dei discorsi, in molte aziendepermane l'avviso che adoperare i social network è sinonimo di "perdita di tempo", "distrazione" senza sapere però cheoggi il lavoro di tanti si basa anche sull'utilizzo dei social network, bastipensare ai content curators e ai bloggers. Infatti gli ultimi studi sulfenomeno, sembrano supportare tale tesi.

Analizzandole abitudini di migliaia di lavoratori distribuiti tra Usa, Giappone, RegnoUnito, Germania si è scoperto che solo nel corso degli ultimi due anni, l'usodei social network sul posto di lavoro è passato dal 26% al 32%. Per il 2013 sistima un incremento medio di 5-6 punti percentuali. In Germania in particolare,l'uso sociale dei media sul posto di lavoro ha visto una crescita del 10%.

Nonè ancora chiaro se questo aumento graduale, ma significativo, abbia contribuitoa far sviluppare le imprese, o se invece si sia trattato di una continuaperdita di tempo. Un aspetto questo che sta particolarmente a cuore aimanager, preoccupati per la sicurezza della rete e per produttività.

Inoltre èun dato di fatto che quasi un terzo dei possessori di computer portatili,tablet e Smartphone in tutto il mondo usano i social network durante le ore dilavoro.

Pare che anche le dimensioni dell'azienda facciano la differenza, soprattuttonegli Stati Uniti e in Giappone, dove i lavoratori di imprese più grandi hannomolti più limiti nell'utilizzo dei social network, forse a causa di firewall oaltre forme di accesso limitato.

In Gran Bretagna e Germania, invece, idipendenti di grandi aziende sono più inclini a navigare nel web mentre sono inufficio, facendo soprattutto ricorso a dispositivi mobili personali come tablete smartphone.

E nel nostro Paese? In Italia molte aziende hanno cominciato dadiverso tempo a limitare (spesso a vietare) l'utilizzo di Internet in generaledurante le ore di lavoro e in particolare dei social network. Quasi il 70%delle medie-grandi aziende ad oggi ha limitato o anche vietato l'utilizzo diFacebook, il social più adoperato dagli italici internauti.

Il discorso cambianel settore pubblico dove il veto non ha ancora raggiunto livelli elevati direstrizione in quanto spetta alle disposizioni e alle circolari dei singolidirigenti impedire o meno l'utilizzo dei social. Comunque la vigilanza sull'uso dei social potrebbe essere dovutaanche alla crescita dei social media marketing e altri strumenti che possonocomportare rallentamenti o minacce di virus.

Progressivamente assisteremo ad unaumento del fenomeno dei social,vuoi per i comportamenti relazionalidei lavoratori, vuoi per l'evoluzionedella tecnologia stessa ma anche per i nuovi sviluppi del marketing e della comunicazione moderna. Di conseguenza ci si dovrà confrontare sempre piùcon questo fenomeno in relazione alle strategie di comunicazione adottate dalleaziende.