"Sei di…se": è il nuovo tormentone che spopola da qualche tempo su Facebook, il social network da cui sembra ormai quasi nessuno possa prescindere.
Ma se alcune applicazioni del popolare portale possono essere ritenute una perdita di tempo, e se sull'eccessiva invadenza della privacy si sono ormai spesi fiumi di parole, la nuova trovata del sembra invece prestarsi solo a giudizi positivi.
Anche perché non si tratta di nessuna applicazione invasiva, ma solo di gruppi a cui si viene invitati e ai quali, una volta entrati, diventa difficile resistere visto che i ricordi hanno per tutti noi un'attrattiva imprescindibile.
Soprattutto se li abbiamo vissuti da vicino o se ci riportano alla mente volti e momenti ormai perduti nel tempo ma che recuperiamo con gioia e un pizzico di malinconia.
Nei gruppi "Sei di… se" ognuno infatti è chiamato, ovviamente se ne ha voglia, ad esprimere un ricordo che lo leghi alla città o al paese a cui è intitolato il gruppo. Così dimostri di appartenere a un paese se ricordi un momento particolare, un negozio storico che ora non c'è più, modi di dire, abitudini ormai dimenticate, persone particolarmente in gamba o incredibilmente eccentriche che tutti, almeno una volta, hanno incontrato camminando per le strade di quella città.
La nuova moda di Facebook ha preso piede in brevissimo tempo, anche perché le persone più mature hanno sfruttato le possibilità del social network postando foto ingiallite, documenti consunti, oggetti particolari che riaprono il ricordo di un passato mai sopito, e fanno conoscere ai tanti giovani incuriositi la storia del posto in cui vivevano.
Moltissime le adesioni da parte di chi è lontano e non vive più in quel paese, ma che non esita un momento a ricordarne qualche particolare, a testimonianza di come il cuore non se ne sia mai andato del tutto da dove è nato e cresciuto.
Se c'è un merito particolare, oltre a quello di rispolverare e mantenere viva una memoria che rischierebbe di perdersi, i gruppi "Sei di… se" hanno sicuramente contribuito a riavvicinare generazioni tra loro diverse che dimostrano di volersi parlare e avvicinare molto più di quanto la realtà di tutti i giorni, almeno quella concreta e non virtuale, lasci intravvedere.
Alcuni sociologi hanno rilevato in questa voglia di passato un sentimento di ricerca della nostalgia, di un tempo in cui "si stava meglio" sicuramente accentuato dall'attuale crisi. Ma è impossibile non notare come anche chi, di solito critico sul presente, nei gruppi riscopra la bellezza delle proprie origini, motivandosi a fare qualcosa per riportarle alla luce.
Non solo con proposte di trasformare in un libro o in cd i bellissimi contenuti dei gruppi, ma anche e soprattutto impegnandosi concretamente per ridare slancio a paesi e borghi ormai sonnolenti. E questo, nel panorama spesso e giustamente criticato di Facebook, non può che essere positivo.