Mark Zuckerberg crede che il futuro della comunicazione sarà la telepatia. Il padre di Facebook sembra che sia in pieno delirio nell'affermare che non sarà più necessario aggiornare il proprio status, nemmeno scorrere i profili dei nostri contatti, niente più chat messanger, niente più poke. Ci dovremo limitare a trasmettere il nostro pensiero al server. Sembra semplice a dirsi ma nel concreto?
Chiariamo subito, che Zuckerberg non sta lavorando affinché questo accada; si è limitato a sostenere nel suo profilo Facebook: "Un giorno, credo che saremo in grado di inviare i nostri pensieri direttamente tramite la Tecnologia.
Devi solo essere in grado di pensare a qualcosa ed i vostri amici saranno immediatamente in grado di sentirli. Questo sarà lo stadio ultimo della comunicazione."
Immaginate se, trovandovi sul posto di lavoro, improvvisamente nella vostra mente dovesse scattare l'allarme di notifica per informarvi delle più piccole sciocchezze che i vostri contatti sul social network ogni giorno esternano. Sarebbe un incubo! C'è da riconoscere il fatto che Facebook ormai sia molto più radicato nella nostra quotidianità rispetto alla telepatia. La telepatia è una strategia di comunicazione one-to-one o di gruppo per avere scambi programmati di informazioni mentre Facebook è ad hoc. Lo si utilizza solo quando il singolo ne ha voglia o mai, visto che non tutti possiedono un profilo facebook.
Zuckerberg non è il solo ad affermare che la telepatia sarà presto all'ordine del giorno. Ray Kurzweil, scienziato informatico e futurista, è convinto che saremo presto in grado di collegare le nostri menti, e comunicare con internet e gli altri attraverso l'uso di piccoli robot di DNA. Oggi gli scienziati stanno lavorando su una tecnologia che trasmette semplici messaggi corrispondenti a "si" e "no" utilizzando papaline aventi sensori esterni e ricevitori.
Insomma non si trattarebbe di veri e propri vaneggi del giovane, che con Facebook ha costruito un impero. Si sta lavorando veramente verso l'evoluzione della comunicazione e per un futuro alquanto inquietante. E se adesso tutto questo ci può sembrare fantascientifico non è detto che non ci si possa arrivare.