Oracle ha diffuso i profitti ottenuti da Google tramite il sistema operativo Android in questi anni: si parla di ben 31 milioni di dollari, di cui 22 milioni sono i guadagni netti.La motivazione di tale divulgazione di dati così sensibili è molto semplice: Oracle vuole una porzione di questi guadagni.
Cosa c'entra Oracle con Android?
La questione è molto concatenata, quindi si deve cominciare dall'inizio. Oracle è il database più utilizzato al mondo per la produzione dei software, permette l'utilizzo dei programmi scritti con esso su qualunque hardware, anche con sistemi operativi differenti, ed è famoso perché è il fondatore di Java.
Fin qui sembra tutto normale, se non fosse che Java viene usato gratuitamente sia da Google, sia da Android e questo ovviamente ha fatto storcere un po' il naso ai creatori e dal 2010 Oracle sta disputando una battaglia legale ai danni di Google.
L'accusa a Google è quella di utilizzare gli API di Java senza pagare e, inoltre, violando i diritti d'autore e poiché il risarcimento che dovrà effettuare Google avverrà in base ai guadagni, ecco che Oracle ha deciso di svelare i profitti del colosso. Google in sua difesa afferma che i guadagni che derivano principalmente dal ''Play Store'' e dalle pubblicità è un dato altamente riservato e i documenti che confermano i guadagni possono essere visti solo dagli avvocati.
Oracle potrebbe mentire?
Non è chiaro come Oracle sia riuscito ad ottenere i guadagni di Google, poiché il team di Android conosce i guadagni ricavati dal ''Play Store'', ma ad esempio non sa niente riguardo i guadagni di Google Maps o Youtube. C'è, quindi, una doppia probabilità: o Google ha fornito dettagli molto precisi sui guadagni oppure Oracle ha fatto una stima in maniera rozza di quello che poteva essere il guadagno globale ottenuto con Android, ma una cosa è sicura: ormai i dati sono stati resi pubblici al mondo intero.
Al momento Oracle è in vantaggio dal punto di vista giuridico: nel 2014 la Corte d'Appello, infatti, ha affermato che gli API contengono espressioni che sono protette dai diritti d'autore. Pochi mesi dopo la Corte ha negato la richiesta di appello di Google trasferendo il caso ad un altro giudice che si occupa attualmente del caso.
Google è alle strette e le soluzioni sono due: o afferma di aver guadagnato una cifra minore in modo tale che il risarcimento ad Oracle sarà inferiore, oppure rassicura gli investitori di Android dei guadagni così alti ma deve elargire un risarcimento maggiore. A questo punto Google può solo scegliere la soluzione meno negativa.