Quante volte, mentre navighiamo su internet, ci spuntano a destra e manca delle pagine che ci invitato a guardare uno streaming o download che poi non sono nient’altro che finiti playper aumentare i click in un determinato sito. Questa advertising tenta di ingannare l’utente, quando va bene non succede proprio nulla, quando invece va male si rischia di scaricare malware. Ebbene, a breve, almeno per quanto riguarda la navigazione con Google, per quanto riguarda questi popup ambigui e poco trasparenti, cambieranno molte cose in favore dell’utente che utilizza internet e non ama essere disturbato dalle improvvisate di questi “simpatici” messaggini che ti invitano, bisogna dire con parecchia insistenza, a scaricare qualcosa o inserire i dati personali perché sei candidato a vincere chissà quale fantastico premio.
Adesso Google considererà questi siti, che tendono a ingannare l’utente spingendolo a cliccare su pagine poco chiare, alla stregua dei siti pericolosi; In buona sostanza questi messaggi, diciamo così ingannevoli, verranno classificati da Moutain View come soluzione di social engineering e i siti che gli aprono le porte come portali pericolosi. Ciò creerà non pochi problemi ai gestori dei siti internet che ospitano le advertising in oggetto che rischiano di venire classificati come pericolo e perdere, di conseguenza, molteplici click, elemento fondamentale per chi vuole sopravvivere nella giungla di internet.
Una notifica avvertirà l'utente
In pratica ogni qualvolta il navigatore si troverà davanti ad uno di questi messaggini che invitano a fare una qualche azione e che invece sono ingannevoli, Google in automatico invierà una notifica all’utente invitandolo a diffidare del sito al quale stanno per accedere ricordandogli che molto probabilmente saranno invitati con l’inganno a svolgere azioni come l’installazione di software che risulteranno dei malware o saranno spinti a condividere i propri dati personali.La decisione di Google dovrebbe cambiare radicalmente l’approccio dei gestori di siti internet che accolgono advertising di terzi che, da ora in poi, rischiano di essere considerati come siti ingannevoli e perdere la reputazione degli utenti.