Il fenomeno delle 'notizie false', create ad hoc da blog e siti di dubbia attendibilità che si spacciano per testate giornalistiche, è al momento tra le piaghe più diffuse di Internet. I colossi del web stanno dunque cercando di correre ai ripari ed a breve Facebook rilascerà nuovi strumenti nel tentativo di limitarne la diffusione sulla propria piattaforma, attualmente il canale più utilizzato per la condivisione di 'Fake News'.

'Affrontiamo il problema con cautela'

L'annuncio in proposito arriva da Adam Mosseri, vice presidente di Facebook a capo della divisione News Feed.

"Siamo convinti che sia importante dare voce alla persone e non possiamo diventare arbitri della verità, pertanto affrontiamo il problema con cautela". È però altrettanto vero che il problema ha ormai assunto dimensioni notevoli, la diffusione di quelle che in gergo sono definite "bufale virali", oltre ad alimentare una certa campagna di violenza verbale, rischia di delegittimare il ruolo dell'informazione, quella vera. Facebook pertanto rilascerà agli utenti nuovi strumenti per limitare la diffusione di false notizie, in collaborazione con siti come Abc News, Associated Press, Politifact, Snopes e FatCheck.org. Applicazioni che permetteranno di individuare le notizie false e segnalarle come tali.

Sarà sempre possibile la condivisione

Se la notizia in questione sarà segnalata come dubbia, perderà immediatamente la propria posizione tra quelle in evidenza. Un apposito link condurrà ad un articolo che spiegherà i motivi per i quali la notizia non è attendibile. Ad ogni modo non sarà cancellata e sarà sempre condivisibile anche se sarà 'marchiata' con il termine 'disputed'.

Allo stato attuale, gli utenti di Facebook nel mondo sono quasi due miliardi, la piattaforma è assolutamente libera e gli usufruitori possono pubblicare ciò che vogliono. Il colosso di Mark Zuckerberg cerca di 'lavarsi le mani' da quello che è un grosso problema ed un evidente limite. Controllare i contenuti delle persone metterebbe Facebook nello scomodo ruolo di "editore" ed implicherebbe nuove responsabilità che l'azienda vuole assolutamente evitare.

Al di là del funzionamento del social network, il problema è legato soprattutto agli utenti che su Internet trovano ciò che vogliono trovare, anche se si tratta di qualcosa di palesemente falso, allo scopo di alimentare le loro campagne "pro e contro" qualcosa. Le notizie vengono pertanto condivise e diventano virali e se c'è malafede da parte di chi le diffonde, intenzionalmente, dall'altra parte c'è il dolo di un'utenza che non si prende minimamente la responsabilità di ciò che condivide. Riteniamo che i dovuti provvedimenti debbano essere presi anche in altre sedi, superficialità o ignoranza non sono più un alibi in un mondo dove l'informazione globale è a portata di clic.