Nel mercato videoludico, quando si fa riferimento ad una casa produttrice con il pallino per l'innovazione nel settore del videogaming, non si può non pensare a Nintendo. Nel corso degli anni, molteplici sono stati gli esperimenti e le innovazioni introdotte dall'azienda nipponica e, tra questi, figura certamente il WiiMote. Si tratta del classico controller associato alla Wii (ed anche alla Wii U), console che è stata introdotta nell'ormai lontano 2006.

WiiMote, un telecomando come controller

A differenza dei controller della concorrenza (Sony con PlayStation e Microsoft con Xbox), il WiiMote non ha la forma di un joystick, ma piuttosto quella di un classico telecomando, simile a quello che si utilizza per il televisore di casa.

Il dispositivo è costituito da alcune componenti innovative: ricordiamo, ad esempio, la segnalazione ad infrarossi che, abbinata ad una barra intelligente collegata alla console, le permette di rilevare la posizione reale del telecomando, e al device di fungere da puntatore.

Altra funzione del WiiMote è rappresentata dall'accelerometro, un particolare dispositivo sensibile ai cambiamenti di velocità del telecomando. Per fare un esempio pratico, quando si scuote il controller, il sensore è in grado di registrare l'avvenuto movimento, e questa caratteristica è stata abbinata ad alcuni giochi per renderli più realistici (esempio lampante è rappresentato da Wii Sports). Ebbene, proprio questa funzione del telecomando sarebbe stata oggetto di una recente violazione di brevetto.

WiiMote: la tecnologia con accelerometro era già stata brevettata

Nel lontano 2013, una società nota come iLife ha intentato una causa per violazione di brevetto. Secondo quest'azienda, Nintendo avrebbe impropriamente utilizzato sia la tecnologia che prevede l'uso dell'accelerometro, sia quella che permette il tracking dei movimenti: entrambe, infatti, sarebbero già state brevettate dalla suddetta società.

In seguito a questa presunta violazione, iLife avrebbe chiesto all'azienda nipponica ben 144 milioni di dollari di risarcimento, ma una giuria del Texas, di recente, ha condannato la società giapponese a pagare "appena" 10 milioni di dollari come danni.

Dopo la sentenza, Nintendo si è detta completamente in disaccordo con la decisione del tribunale, sostenendo di non aver violato alcun brevetto e sottolineando che farà il possibile per far valere le proprie ragioni.

Di certo si tratta di una vicenda piuttosto spinosa: sebbene le violazioni di brevetti in questo settore non siano poi così rare, il fatto che riguardi una delle console più vendute al mondo fa sì che risulti una questione piuttosto interessante per l'opinione pubblica.