L'applicazione di Whatsapp è in grado di conoscere tutto di te, anche quante ore dormi. Questa la conclusione di Rob Heaton, esperto di sicurezza. Non solo Whatsapp, tutti possono essere in grado di conoscere le tue abitudini, con una semplice estensione del browser Chrome e un personal computer. L'estensione ancora rientra nel campo delle ipotesi, ma è realistico credere che possa essere un giorno realizzata. Sempre che non l'abbia già fatto qualcuno. I vantaggi, specie per le aziende, sarebbero enormi. Ed il tutto a portata di un semplice clic.

Ancora una volta, dunque, torna l'annosa questione della privacy, mai così dibattuta come in questi ultimi anni.

Lo status online

La vulnerabilità di Whatsapp è rappresentata dalla dicitura status online, che a differenza della visualizzazione dell'ultimo accesso non si può togliere. Un altro utente, attraverso una banale estensione per Chrome e l'utilizzo di un pc, con cui effettuerà l'accesso a Whatsapp Web, potrà raccogliere dati su dati semplicemente monitorando se si è online o meno. Non solo, sempre in un campo ipotetico, si potrà anche venire a conoscenza della durata delle conversazioni con questo o quell'altro contatto.

Sarà sufficiente monitorare con una certa frequenza il comportamento di un determinato utente, mantenendo come punto di riferimento lo status online.

Quando ad esempio si va a dormire, si è soliti mandare il messaggio della buonanotte al proprio partner oppure salutare un caro amico, ma anche soltanto effettuare l'accesso per controllare eventuali chat non lette. Allo stesso modo al mattino, quando si manda il messaggio del buongiorno oppure si controllano i messaggi non letti durante la notte.

Tale comportamento può essere registrato da chiunque, in quanto è Whatsapp stesso a permetterlo, rendendo impossibile nascondere la dicitura "online" dal proprio profilo mentre si sta appunto utilizzando l'applicazione.

La pubblicità

La creazione di un'estensione per Chrome volta a registrare ed immagazzinare tutti i dati che chiunque può raccogliere osservando il comportamento di un utente su Whatsapp può portare chiunque ad ottenere una mole di dati che potrebbe poi essere utilizzata per la cessione tramite vendita ad aziende terze per scopi pubblicitari.

Può sembrare banale ricordarlo, ma come Whatsapp vi sono anche altre app che si comportano allo stesso modo, come ad esempio il social network Facebook oppure l'app Messenger. Senza dimenticare poi che molti dei servizi Google sono pensati per consentire a Big G di monitorare i nostri comportamenti e mostrarci quando siamo online una o più pubblicità che in base alle nostre abitudini possono interessarci.