Imparare la geografia, simulare le crociate, effettuare calcoli matematici ed imparare le lingue divertendosi? Ormai, si può. Letteralmente definiti "giochi seri", sono la novità degli ultimi tempi ed un fenomeno che tende a crescere a dismisura.I serious game hanno la caratteristica di essere giochi con un doppio profilo: ludico ed educativo. Vengono utilizzati come strumenti formativi in grado di creare nel giocatore, spesso bambino, una esperienza che gli permetta di imparare qualcosa divertendosi, quindi catturando la propria attenzione senza mai cadere nella banalità e nella noia.I bambini, infatti, spesso soffrono di importanti cali dell'attenzione nel seguire una lezione statica, ma la novità sta proprio nel fatto di poter "apprendere giocando".
Fino ad ora un ragionamento di questo tipo sarebbe stato un tabù, dal momento che si tende a distinguere il gioco dallo studio, considerando la prima fonte diseducativa e di distrazione. Spesso messa a paragone con la Gamification, che in realtà nulla a che vedere con questa tipologia di gioco, poiché improntata ad emulare le tecniche vere e proprie di gioco grazie alla presenza di punteggi, badge, premi, nonostante anche in questo caso l'obiettivo rimane quello di fornire una esperienza al giovane gamer.
In realtà i serious- games sono giochi a tutti gli effetti.
Le domande che il gamer si deve porre durante l'esperienza di gioco sono innanzitutto "come" e "perché". Avanzando di livello, ed anche di difficoltà, quindi, molti dei perché trovano risposta, in un modo anticonvenzionale e nuovo, che si distanzia profondamente dall'insegnamento in e-learning, che ha avuto anch'esso un picco eccezionale nel mondo dell'educazione.Il Centro Studi Cognitivi di Milano ha analizzato che il livello di attenzione durante i serious games è molto più alto rispetto a quello che è possibile ottenere durante una lezione frontale, definita statica e poco propensa ad uscire fuori dagli schemi, rimanendo ferma sempre e solo ad un percorso curriculare prestabilito.
Lo studente, quindi, si ritrova ad essere spettatore passivo durante l'insegnamento, limitato a strumenti ormai troppo arretrati rispetto alle nuove tecnologie. Lo studente vuole sentirsi una sorta di prosumer, quindi elemento importante e partecipe, non accettando più che più del 50% della lezione sia fatta di spiegazioni di un insegnante che racconta ciò che già conosce, limitando lo spazio e la libera espressione di chi è costretto a rimanere per molte ore un mero ascoltatore.
I nuovi pionieri dell'insegnamento attirano le attenzioni di tutto il mondo: nasce così la Serious Play Conference.
E' programmata da mesi ormai la "tre giorni" di conferenze, la Serious Game Conference, che si terranno alla Geroge Manson University Science & Technology Campus. Dal 10 al 12 luglio 2018, infatti, sulle cattedre di questa prestigiosa università americana si alterneranno figure di spicco nel campo dell'educazione e del settore video-ludico.
L'obiettivo è quello espandere le limitate conoscenze che ancora si hanno su questa nuova frontiera dell'educazione tecnologica, andando alla ricerca di nuovi spunti e approfondendo gli intricati temi. Da queste conferenze non ci si aspetta ancora un vero e proprio decalogo scritto di regole a cui i serious game dovranno fare riferimento, ma potrebbe essere un validissimo punto di partenza per attirare l'attenzione (ed i fondi) di personalità di spicco, in modo tale da permettere a questo mondo di progredire il più velocemente possibile. Il futuro è alle porte, ed i serious game promettono di farne parte in maniera massiccia e continuativa, tramutandosi in un nuovo fenomeno di massa, quali sono stati, ad esempio, Super Mario o i Pokémon.
I serious games avvicinano i contenuti agli studenti aumentando la motivazione.
Questi giochi fondamentalmente si occupano di simulare e rappresentare concretamente ciò che conosciamo a livello teorico, permettendo di usare tutti i sensi sviluppandoli. Il giocatore quindi diventa parte attiva del gioco, riuscendo a rendere reale l'esperienza, aumentando la propria motivazione ed il proprio interesse verso lo studio di ciò che sta vivendo come utente.Questo tipo di gioco permette, quindi, di aumentare la curiosità, l'esplorazione, la fame di conoscenza, lavorando sulla concentrazione e capacità di memorizzazione."Si può essere un abitante dell’antica Roma, un cavaliere alle Crociate, si può fare un viaggio intorno al mondo, o eseguire i calcoli fingendo di essere un matematico".
Ed, appunto, è proprio sulla matematica che si sono concentrati i primi studi e si sono ottenuti i primi risultati, sfruttando l'idolo di molte generazioni "Super Mario", per creare un videogioco che permettesse di effettuare calcoli con diversi livelli di difficoltà, assieme al proprio amico baffuto virtuale.Insomma, un pacchetto completo che offre un valore aggiunto allo studio in aula, ponendosi come strumento di insegnamento e di formazione.Chissà se i serious games diverranno anche parte del piano di studi annuale nelle scuole, creando la prima vera evoluzione nel mondo dell'istruzione.